IL CASO - L'orecchino colpisce ancora: Gaja-Sagrado da rigiocare?
Il quesito sollevato da un intervento informato e pertinente di Mario Pretto su un possibile errore tecnico
Mettiamo in evidenza l'episodio occorso in Gaja-Sagrado 3-3 del girone C di Terza categoria, quando un giocatore della squadra rossonera è stato espulso dal direttore di gara che, "durante una rimessa laterale, si è accorto che il ragazzo non aveva tolto un orecchino e, non accettando la soluzione adottata di coprirlo con un cerotto, ha estratto il cartellino rosso". Così ha raccontato la vicenda il tecnico del Sagrado, Roberto Gon.
Su tale fatto ecco l'intervento - nella sezione dei commenti del sito - dell'appassionato Mario Pretto, che ricorda la regola numero quattro e si chiede: la partita è da rigiocare?
"L’equipaggiamento dei calciatori titolari deve essere controllato prima dell’inizio della gara e quello dei calciatori di riserva prima che entrino sul terreno di gioco.Se durante la gara l’arbitro si accorge che un calciatore sta indossando indumenti non autorizzati o gioielli dovrà:
• informare il calciatore che l’oggetto in questione deve essere tolto;
• invitare il calciatore a lasciare il terreno di gioco alla prima interruz ione se questi non è in grado di toglierlo o è restio ad ottemperare al punto precedente;
• ammonire il calciatore se questi si rifiuta di ottemperare o se, dopo che gli ha intimato di togliere l’oggetto vietato, si accorgeche lo sta ancora indossando.
Se il gioco è stato interrotto per ammonire il calciatore, verrà ripreso con un calcio di punizione indiretto in favore della squadra avversaria eseguito dal punto in cui si trovava il pallone quando il gioco è stato interrotto (vedi Regola 13 – Punto di esecuzione del calcio di punizione).
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