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Edizione provinciale di Trieste


MARCO STOINI - Pravisano, maestro senza tempo

Il ricordo personale dell'ex presidente dell'Aiac regionale sullo straordinario Silvano Pravisano, punto di riferimento del calcio, del Friuli Venezia Giulia e non. I suoi insegnamenti saranno sempre preziosi e illuminanti, oggi più di ieri e domani più di oggi

Abbiamo ricevuto e con gratitudine pubblichiamo questo ricordo, intenso e affettuoso, di Silvano Pravisano, scritto da Marco Stoini, già presidente dell'Aiac regionale e attuale docente della scuola allenatori del Settore Tecnico di Coverciano, oltre che responsabile tecnico del centro federale territoriale di San Giorgio di Nogaro.

Il popolo dei pallonari del Friuli Venezia Giulia (ma mi fermo in questi confini in modo del tutto arbitrario) non poteva non conoscere Silvano Pravisano, perché le colonne più imponenti non si possono non vedere e si ammirano per forza, magari cercando di interpretare la loro maestosità, addirittura fantasticando su come facciano ad essere così. Non dirò nulla della carriera e del curriculum di Silvano, perché sono di dominio pubblico ed io aggiungerei solo delle ovvietà.
Mi piace invece ricordare che venticinque anni fa io stavo sommessamente iniziando il mio giovanile percorso nella politica sportiva regionale, allora in ambito Aiac. Ero, calcisticamente parlando, un assoluto signor nessuno, ed in quel contesto mi sono trovato vicino -fra gli altri- un signore arzillo, in gran forma e brillantissimo, ma già piuttosto anziano: godeva di grande stima generale, era anche stato presidente regionale, ma io lo conoscevo in quei momenti per le prime volte e mi parve da subito decisamente una persona di spessore.
Questa persona, Silvano Pravisano, incontro dopo incontro, faceva scoprire di sè ai miei occhi ed al mio interesse umano, culturale e calcistico lati sempre e man mano più ricchi: parlava di calcio come di un qualcosa che stava nel suo Dna più profondo, con una naturalezza ed un trasporto rari, coinvolgenti, travolgenti. Ma non ne parlava soltanto, lo praticava pure in campo con i suoi ragazzini di periferia con altrettanto - e forse ancora maggiori - slancio ed energia, trasudando cultura e competenza dirompenti, imbarazzanti, intimidenti da tanto erano fuori norma; ad ogni gesto e parola. Ed io ad ascoltare e guardare, muto, cogliendo solo una minima parte del valore che quello significava: perché non ne ero capace, capivo poco, non sapevo nulla, era troppo!
Troppo vecchio, forse, roba d’altri tempi! No, per favore, non si dica una sciocchezza simile.
Vari lustri dopo, quell’ascoltatore al tempo giovane, inesperto ed impacciato, ha imparato di calcio un po’ di più. Ed allora può permettersi di testimoniare a ragion veduta che quanto Silvano Pravisano diceva allora -ma intendo le basi profonde di quei ragionamenti e discorsi- sono talmente attuali che solo chi sa di calcio veramente può apprezzare appieno la grandezza di quel signore che diceva e faceva quelle cose più di trent’anni fa.
Conservo gelosamente una sua vecchissima pagina che mi lasciò: in quattro capoversi descrive la sua definizione di calciatore ideale. Le si rileggano, oggi, quelle poche righe! Non c’è solo la saggezza e l’esperienza dell’anziano allenatore di calcio; c’è una competenza profondissima, di quelle che oggi si studiano e che lui invece aveva radicata, senza bisogno del web.
Ormai erano anni che non incontravo più Silvano; avevo con lui un rapporto certamente distaccato, ma il suo costante modo di intrattenersi con me, mi lasciava sempre un senso di vicinanza, di gradimento ed apprezzamento nei miei confronti. Almeno io l’ho sempre percepito così e me lo porto accanto come una cosa cara.
Se guardassi oggi la Champions League al suo fianco sul divano parlerei con lui la stessa lingua: quella di un ultra novantenne che ha giocato in Serie A quando i miei genitori erano ancora piccoli.
Per argomentare su quei suoi vecchi concetti che il calcio del 2020 palesa ad ogni azione. Per imparare, da lui, ancora. Ieri, 23 marzo 2020, non se n’è andata solo una Vecchia Gloria, ma un insegnante vero: uno che ha in-segnato calcio ed altro. Uno modernissimo, del secolo scorso.

Marco Stoini

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  Scritto da La Redazione il 24/03/2020
 

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