IL PERSONAGGIO - Dario Hubner al camp triestino Campionissimi
Il muggesano soprannominato “Tatanka” capocannoniere dalla serie C alla A con oltre 300 reti in carriera, ha fatto visita, elargendo il principale consiglio ai giovani partecipanti alla kermesse. “Non basta salire sul treno per migliorarsi, occorre sempre e solo lavorare”
Dario Hubner, ex centravanti professionista classe 1967, ha fatto capolino al camp giovanile Campionissimi, la storica manifestazione a cura dell'associazione Promoturismo Alpe Adria e curata nel dettaglio dal “vulcano di idee” Matteo Medani (anche esperienze giornalistiche nel suo curriculum). La kermesse, basata su cinque settimane, andrà avanti fino a fine mese ed è ospite sul campo triestino del San Giovanni. “Tatanka”, più di 300 segnature in carriera e capace di laurearsi capocannoniere – in ordine – in serie C, nella cadetteria e sul massimo palcoscenico (addirittura con il Piacenza, in cui giocavano due ali quali Eusebio Di Francesco e Carmine Gautieri attuale allenatore della Triestina), è muggesano e in questi giorni è venuto a trovare la madre. Il 53enne vive a Passarera, a pochi chilometri da Crema, zona rossa nel periodo più intenso del coronavirus. Ha un bar gestito dal cognato, gioca in porta (!) con una squadra amatoriale e allena una formazione di disabili.
Ha mantenuto quella filosofia da professionista, basata su pochi fronzoli e molta concretezza e ampia disponibilità. Il suo consiglio ai partecipanti, peraltro un poco intimiditi nel fare domande, è stato: “Bisogna lavorare ogni giorno con impegno per migliorarsi. Il treno passa per tutti, non basta salirci su ma poi si deve lavorare, lavorare e lavorare. Altri segreti non ci sono. Bisogna sapersi mantenere in alto una volta colto il treno e per farlo l'unico modo è migliorarsi sempre”. In ogni caso i selfie e gli autografi sono stati tanti prima dell'augurare “buon divertimento” e salutare cordialmente per tornare ai suoi impegni.
Massimo Laudani
Nella foto Wikipedia, Dario Hubner ai tempi del Cesena 1992-93.
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