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Edizione provinciale di Udine


AD ARTEGNA - Oggi l'ultima panchina di Busutti dopo 45 anni da mister

Il saluto e i ricordi di Luciano Busutti, allenatore tra i più longevi, completi e appassionati del calcio regionale...

Oggi, 5 maggio 2024, Luciano Busutti, allentatore tra i più longevi e completi nel panorama calcistico regionale, terminerà la sua avventura dopo la bellezza di 45 anni di panchina guidando l'Arteniese nel confronto casalingo con la capolista Tagliamento nel match valido per il girone B di Seconda categoria. 
Busutti ha inviato a Friuligol una lettera che siamo felici e onorati di proporre al lettore.

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"Oggi, 5 maggio 2024, sarà la mia ultima panchina ufficiale: per seri motivi di salute, ahimè, ho deciso - su consiglio dei medici e della mia famiglia - che sarà appunto l’ultima. Che dire? Grazie  a tutti i presidenti ed i dirigenti delle società in cui ho avuto la fortuna di allenare, perché senza la passione e il tempo che dedicano a questo splendido sport io non sarei mai potuto diventare un allenatore e probabilmente vale lo stesso per molti giocatori.

RIMPIANTI e RICORDI

Rimpianti assolutamente no: ho fatto quello che più mi è piaciuto. Come non ricordare gli inizi alla Polisportiva Tricesimo: per allenare pulivo gli spogliatoi, segnavo il campo  (il vecchio "Giordano") con la carriola e il gesso, accendevo il “boiler” a legna per avere l’acqua calda nelle docce. Poi, la Polisportiva chiuse i battenti, confluendo nell’allora Comello Tricesimo dove appena ventenne allenai l’Under 21 ed ero più giovane dei miei giocatori. Zeno Comello mi aveva dato anche il posto di lavoro ed lì ho incontrato Italo Del Negro da cui ho imparato molto.
Come non ricordare gli anni alla Tarcentina del dott. Volpe dove, assieme a Moretti ed ad altri amici allenatori, abbiamo impiantato di sana pianta tutto il settore giovanile che la Tarcentina non aveva mai avuto, facendo tutta l’attività nel mitico “Vivanda” e portando le squadre Juniores, Allievi e Giovanissimi a disputare i campionati regionali;

La stessa cosa è accaduta in quel di Tricesimo anni dopo, quando abbiamo ricostruito il settore giovanile. Come non ricordare la creazione del mitico “Torneo Ciceri” per Esordienti, il primo torneo in regione che abbinava partite a gare di abilità che facevano classifica, idea che ci è stata copiata dopo una visita dal dottor Vatta, allora responsabile del Settore Giovanile e Scolastico della Figc, poi diventata manifestazione nazionale della Federazione con la denominazione “Sei bravo a…”.

E poi ancora a Nimis, con la scalata dalla Terza alla Prima categoria, oltre a rimettere in piedi l’intera filiera del settore giovanile. Ricordo volentieri gli anni pioneristici con la Rappresentativa regionale di calcio Femminile, io allenatore e la mitica Elena Schiavo nei panni di direttore tecnico, Elio Meroi e Gianni Toffoletto, persone che ancora oggi vedo con piacere.

L’esperienza alla Cividalese in Eccellenza da secondo di Zappamiglio e, in seguito, del compianto prof. D’Odorico. La Cividalese che poi dopo qualche anno sparì dal panorama del calcio regionale.

E ancora i ricordi dell’anno al Torviscosa del presidente Rizzo, una stagione indimenticabile seppur finita con una retrocessione in Seconda: "Presidente domenica giochiamo col San Giovanni, a Trieste, ci troviamo direttamente al campo". E Rizzo mi rispose: "No, mister, il Torviscosa è sempre andato a giocare a Trieste in pulmann e lo faremo anche stavolta". Al rientro c’era un gruppo di tifosi che ci aspettava al chiosco dello stadio Tonello per sapere e sentire come era andata la partita.

L’esperienza ineguagliabile all’Udinese dove ho imparato cosa vuol dire lavorare in “team” e condividere da chi purtroppo non è più con noi, Adriano Trevisan e prof Rodolfo Codarin, poi il prof Oriano Ferini che mi aiutato ad inserirmi nell’ambiente, il forse dimenticato Arcadio Spinozzi che con la Primavera vinse la coppa Italia, e il prof Bordon che mi dava i consigli sulla preparazione atletica dei Giovanissimi che allenavo.

Ripresi col Colloredo di Monte Albano, la vittoria del campionato Juniores con il Cavazzo dell’allora presidente Fausto Barburini in finale a Trasaghis contro il Real, i 2 anni importanti a Pagnacco con altrettante salvezze ottenute guidando una squadra dall’età media di 22-23 anni e dove non è stato per niente facile sostituire un “totem” come il mago Renato Merlino.

Più recentemente, sempre a Cavazzo, il primo anno con la Viola, Prima squadra e Juniores, il 2° anno con il Cavazzo in Prima categoria, e il conseguente scudetto vinto con Chiementin in panchina nello spareggio di Prato Carnico dopo l’arrivo a pari punti con i Mobilieri. Non me ne voglia mister Mario se quel trionfo l’ho sentito in parte anche mio; conservo lo splendido ricordo del fatto che i giocatori e i dirigenti del Cavazzo a fine gara mi vollero assieme a loro in mezzo al campo per la premiazione.

E poi, andando avanti  - e qui mi scuso se mi sono dimenticato qualche squadra o qualche società -  a Bordano nel Carnico, a San Gottardo dopo la ripresa dei campionati, fino ad arrivare all'oggi, all’Arteniese, e mi sento profondamente dispiaciuto per non essere riuscito a portare la squadra a disputare la gara play-off (i punti a disposizione c’erano): purtroppo ho sbagliato ad interpretare la gara con il Caporiacco: devo ringraziare il presidente Adotti, il responsabile della Prima squadra Paolo Tea e il responsabile del settore giovanile Bruno De Monte per avermi dato questa ultima opportunità.

Concludo ringraziando le tante persone che non ho citato e tutti i giocatori che ho avuto la fortuna di allenare: li ringrazio per avermi reso migliore come uomo. Infine, rivolgo il mio doveroso, affettuoso, forte grazie a mia moglie Carla, che finalmente realizzerà il suo sogno di avere la sera a casa il nonno e non in giro per i campi della regione.

Luciano Busutti

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da La Redazione il 05/05/2024
 

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