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Edizione provinciale di Udine


JUNIORES - Simone Motta: questa categoria va ripensata

Il punto di vista dell'ex professionista e attuale allenatore degli Juniores regionali della Virtus Corno

La categoria Juniores così com'è strutturata non ha più senso. A sostenerlo sono gli stessi protagonisti di quei campionati, gli allenatori, che si ritrovano molto spesso alle prese con una situazione difficile da gestire. Sono anni che la questione, seppur sotto traccia, è sul tavolo: e sono anni che non si interviene, approntando almeno qualche correttivo. Intanto, il campionato degli Under perde pezzi, spariscono squadre e, addirittura, interi gironi, a livello regionale e provinciale, però un discorso serio non ha trovato alcuno sbocco. 
Su tali questioni abbiamo sentito Simone Motta, da due stagioni tecnico della Juniores regionale della Virtus Corno. Motta ha intrapreso con successo la carriera di allenatore, dopo essere stato attaccante di vaglia per numerose squadre professionistiche e della serie D: ricordiamo le sue esperienze all'Udinese, al Pordenone (8 gol), col Sudtirol (30 reti all'attivo), al Teramo (23 centri), al Bari (6 gol), con la Pistoiese (27 reti), al Novara (23 reti), per poi concludere la sua cavalcata indossando le cassacche di Triestina, Tamai e, appunto, Virtus. Insomma, l'ex bomberone friulano non è certo l'ultimo arrivato: può, anzi, costituire un esempio per tanti giovani, lui che dalla Primavera dell'Udinese è transitato dalla serie D, prima di cominciare la scalata al calcio professionistico.
Simone Motta, quale idea si è fatto del pianeta Juniores?
"Ritengo che vada urgentemente ripensato, e lo dico pensando in primo luogo al bene dei giovani. Aggiungo, pure, che non sono entusiasta della norma che ha introdotto l'obbligo di utilizzare i fuoriquota in D, Eccellenza e Promozione. Ma siccome esistono, andrebbero quantomeno ripensate le età limite, da studiare in modo che un ragazzo prima faccia la gavetta negli Juniores e poi, solo poi, salga in prima squadra. Invece, qui succede esattamente l'inverso: i ragazzi molto spesso passano dalla categoria Allievi a quella seniores, per poi essere rispediti negli Juniores, vivendo tutto ciò come se fosse una bocciatura".
Per voi tecnici è difficile svolgere un certo tipo di lavoro con continuità e metodo?
"Già; uno si impegna per costruire una mentalità e un gioco di squadra, ma dall'inizio della stagione al suo termine vede la rosa perdere continuamente e, per svariati motivi, numerosi elementi; ci sono ragazzi che gettano la spugna, che tappano le falle della prima squadra; e a tua volta devi pescare negli Allievi perché resti a corto di giocatori. Questo campionato non è lineare, le squadre cambiano fisionomia e interpreti di settimana in settimana, e i risultati inevitabilmente ne risentono. Per un tecnico, come il sottoscritto, alle prime armi ques'esperienza può risultare formativa e utile; purtroppo, non penso invece che lo sia per i giovani".
Giovani che, troppo spesso, fanno l'elastico tra la prima squadra e quella Juniores.
"Sì, accade che non giochino il sabato perché sono convocati nella seniores la domenica. E che poi facciano panchina in prima squadra. Direi che potrebbe rivelarsi una scelta azzeccata spostare i campionati Juniores al lunedì: non risolverebbe tutti i problemi di fonfo, ma costituirebbe probabilmente un passo in avanti".
Anche la formula del campionato andrebbe modificata, vero?
"Assolutamente. Si pensi al nostro girone B dei regionali: il Trieste Calcio da tempo ha fatto il vuoto, non restano più veri e propri obiettivi da raggiungere. Talché è complicato motivare i giocatori. Meglio sarebbe addottare la formula dei play-off e ciò dovrebbe succedere pure in Eccellenza".
A proposito di Trieste Calcio: cosa pensa dei biancorossi giuliani?
"Il Trieste Calcio è un pianeta a parte: partono con un gruppo di giocatori che nel corso degli anni non cambia se non in minima parte. Quando li affronti vedi che hanno alle spalle un progetto, una continuità di lavoro; sono già squadra, insomma. Col Trieste Calcio le abbiamo buscate sia all'andata (5-0), che nel ritorno (3-0): mi ha però impressionato pure il Lumignacco, assai giovane, che abbiamo battuto 4-0, ma che possiede notevole qualità. Ecco, i biancorossi triestini sono solidi, molto solidi. E con loro citerei pure il San Luigi: a Trieste hanno un'altra mentalità, bisognerebbe prendere esempio da loro, che non vivono la categoria Juniores come un peso, ma come una tappa da valorizzare".
Ha visto degli elementi interessanti nelle varie formazioni?
"Diversi. Nomi preferisco non farne, ma i ragazzi di prospettiva non mancano di certo. Per questo bisognerebbe aiutarli a emergere e crescere, cosa che attualmente non succede ".
E' soddisfatto della stagione disputata dalla sua Virtus Corno?
"In linea di massima sì; avrei sperato di rimanere più a lungo a contatto con la vetta della classifica, abbiamo però avuto numerosi contrattempi e infortuni, e spesso ho dovuto utilizzare anche Allievi per avere un numero adeguato di atleti. In definitiva, mi pare che, tutto sommato, ci siamo comportati bene".
In definitiva, cosa direbbe a chi può prendere certe decisioni e cambiare lo status quo?"
"Direi che pensare che tutto va bene così com'è sarebbe il più grande errore che si possa commettere. Semplicemente la realtà non è questa: la categoria Juniores ha un gran bisogno di essere ripensata".

 

 

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In attesa dell'applicazione ITALIAGOL - FRIULIGOL è disponibile il nostro servizio dedicato all'inserimento del risultato finale e dei propri marcatori.Istruzioni su come interagire con la nostra redazione


 

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  Scritto da La Redazione il 29/02/2016
 

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