La gioia ha contagiato tutti a Vajont, oltre a quelli festanti che hanno seguito la squadra nell’ultima storica sfida di Rorai, anche in paese non si parla d’altro.   
Patron Demetrio Rovere, assieme al diesse Cristian Turchetto, ha costruito fondamenta solide, ha portato avanti il proprio credo con parsimonia; “Siamo partiti con un’idea nel 2012 e oggi ci troviamo in Promozione. Nessun miracolo, è un progetto partito da lontano, con grande umiltà e sacrificio, con dedizione e con il sostegno della comunità.
Siamo rimasti fedeli alla nostra politica dei piccoli passi, degli innesti mirati e della costruzione di un gruppo coeso. Non ci simo mai piegati alle leggi del mercato, cercando di valorizzare i giovani del territorio, inserendo uomini con un profilo umano, prima dei valori tecnici. Sono soddisfatto, perché questa politica ci ha premiato, mi ha confermato che si può raggiungere categorie importanti, senza scialacquare denaro”.

Ora, il livello sale, che campionato si aspetta?
“Inevitabilmente interverremo sul mercato per inserire dei giocatori di categoria. Vorrei disputare un campionato frizzante, cercando di giocarmela per centrare una salvezza serena. Ma le assicuro che non faremo follie, ma di concerto con Turchetto, lavoriamo per individuare gli elementi giusti”.

Ripartirete da Mussoletto?
“Certamente, si è dimostrato un gran lavoratore e motivatore. Gli abbiamo garantito di intervenire sul mercato, e lui ha accettato, nonostante avesse richieste di categoria superiore. Lui ci ha portato in alto e assieme cercheremo di scrivere il futuro”.

Siete diventati il punto di riferimento per la pedemontana pordenonese, una bella realtà. Come interagirete con il territorio?
“ Guardi, più volte mi sono ripromesso di creare un tavolo di lavoro, per far crescere il movimento della zona. Nell’immediato futuro stiamo allestendo assieme al Maniago e al Ricreatorio una compagine juniores, ma il progetto è molto più ampio e nasce dalla volontà di creare un polo dove confluire le forze, avendo a disposizione dei fondi UTI, per lo sviluppo del progetto. Sono un fautore dell’aggregazione, ma sono costretto a fare i conti con il campanile, che in certe realtà è ancora eccessivamente radicato. Ma qualcosa si muove.
Sul fatto di essere un punto di riferimento, ovviamente fa piacere, ma bisogna saper gestire i chiari di luna. Oggi sei qui, domani chissà.
Il Vajont non vuole essere una meteora, ma per farlo c’è bisogno di tutto il territorio e mi riferisco ad imprenditoria ed istituzioni, che devono dare il loro sostegno”.

Ad inizio stagione non eravate indicati tra i possibili favoriti, lei ci credeva?
“ Da quando sono alla presidenza, abbiamo sempre lottato per rimanere in alto, abbiamo scalato le categorie e negli ultimi anni siamo sempre stati tra i protagonisti. Sulla griglia iniziale, le prime file erano occupate da altri, ma la nostra continuità e il nostro gran motore ci hanno permesso di sorpassare e contenere. Bravi al mister, al suo staff e ai ragazzi, sempre rimasti compatti”.

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