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Edizione provinciale di Udine


La nuova vita calcistica, GIGI LANZILLI

Quando la passione è ancora tanta, la carta d’identità non conta. Uno gioca a calcio fino a quando le gambe, ma soprattutto la mente non dice stop. Poi ovviamente ci sono anche altre componenti da valutare, famiglia, lavoro ecc. Ma quando si smette, certe volte la passione è talmente tanta che senza i campi sportivi non puoi stare e allora decidi di allenare e insegnare la passione per questo sport. Questo è il caso di Gigi Lanzilli, che una volta appese le scarpe al chiodo, ha deciso di trasmette la sua voglia ai ragazzi.

LA TUA CARRIERA CALCISTICA CON I RICORDI PIU’ BELLI?
Ho cominciato a giocare da bambino e a sedici anni sono entrato in prima squadra con la Sangiorgina in terza categoria. Poi ho giocato in diverse squadre sempre tra Eccellenza e Promozione tra cui Manzanese, Palmanova, Tricesimo, Codroipo e Gemonese. Ricordo con molto piacere gli anni a Tricesimo, 10 in tutto, dove deteniamo il record di punti in Promozione e i 40 risultati utili in due anni tra prima categoria e promozione. Infine l’anno scorso ho dato una mano al Cussignacco dove giocavo e aiutavo come allenatore dei ragazzi.

COME MAI LA SCELTA DI SMETTERE DI GIOCARE?
Avevo già annunciato la mia intenzione di smettere perché ero arrivato ai 38 anni e un po’ perché a casa ho due bambini piccoli, poi per il lavoro e perché comunque alleno tre volte a settimana i ragazzi, ho pensato che era giunto il momento di smettere con il calcio giocato.

ORA ALLENI. CHE TIPO DI ALLENATORE SOGNI DI DIVENTARE?
Io voglio allenare sempre per far divertire i ragazzi. Mi reputo un allenatore semplice ma abbastanza rigido su certe cose, soprattutto perché ci sono delle regole alla base a cui si deve sottostare, che sia bambino o ragazzo o adulto sono comunque da rispettare per poter lavorare bene.

COSA VORRESTI SEMPRE TRASMETTERE A COLORO CHE ALLENI?
Innanzitutto voglio trasmettere la passione per questo sport. Io voglio che i ragazzi arrivino contenti di fare allenamento e contenti una volta che tornano a casa. Poi il pallone non deve mai mancare, perché anche in prima squadra il pallone ci deve sempre essere se no poi comincia a mancare la voglia, si è meno sereni con il gruppo ecc. Tutti devono venire a divertirsi ma sempre con le regole. Io ho avuto la fortuna di avere come allenatori Peressotti e Gigi De Agostini, grandi persone e grandi allenatori che mi hanno trasmesso la passione per allenare.

UN CONSIGLIO AI GIOVANI ALLENATORI ALLE PRIME ARMI.
Io alleno da tre anni e l’anno scorso ho fatto il patentino, quindi alla fine mi sento anch’io un allenatore alle prime armi. Comunque posso dire che ognuno deve portare avanti la propria idea di calcio senza farsela imporre da altri. Bisogna andare avanti sempre con la propria idea, giusta o sbagliata non importa, l’importante è portarla avanti e insegnare ad amare sempre questo sport.

Si, l’importante è questo. Tutti coloro che si avvicinano al mondo degli allenatori lo devono fare sempre convinti dei propri mezzi e mai, e dico MAI farsi influenzare da altri. Però ricordate sempre che alla base di tutto ci deve essere solo uno scopo da raggiungere: insegnare la passione e soprattutto a divertirsi.

Domenico Stoia

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  Scritto da Domenico Stoia il 17/11/2014
 

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