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Edizione provinciale di Tolmezzo


CARNICO - La mia battaglia personale, Cristian Angeli

L’anno scorso trionfava con la squadra juniores del Cavazzo e quest’anno siede sulla panchina del nascente Viola, composta interamente da giovani della squadra vincente dell’anno prima. Quando gliel’hanno proposto non ha esitato un attimo e ha accettato. Per fare quello che più gli piace, insegnare ma anche divertirsi con loro. Lui è Cristian Angeli, allenatore del Viola in terza categoria del carnico e ora vi racconto la sua battaglia per i giovani.

UN COMMENTO SUL MATCH DI DOMENICA?
E’ stato il giusto premio per i ragazzi. Sono molto soddisfatto per loro principalmente. Abbiamo giocato bene, come del resto anche nelle altre partite ma pagando un po’ in esperienza. Molto soddisfatto, d’altronde per ora è quello che ci aspettiamo da questa squadra, crescere e toglierci soddisfazioni”.

COME SEI STATO CONTATTATO E COSA TI HA FATTO DECIDERE DI DIRE SI A QUESTO NUOVO PROGETTO?
A parte la parentesi di Lauco, ho sempre allenato nel settore giovanile. Mi ero ripromesso di ritornare su una panchina del Carnico solo in una squadra che aveva come progetto i giovani e quando mi hanno proposto questa cosa ho accettato subito. Con questi ragazzi mi trovo bene, li conosco da anni e insieme stiamo gettando le basi per qualcosa di importante, puntando sulla crescita e portare più giovani possibili in prima squadra”.

DOVE NASCE LA TUA PASSIONE DI ALLENARE SOPRATTUTTO I GIOVANI?
Ho fatto tutta la trafila delle giovanili, dai Piccoli Amici fino ai Juniores. Io metto tutta l’esperienza, è più facile per me insegnare calcio ai più giovani che non a quelli più anziani di me. Io insegno tutto quello che so, bisogna sempre essere aggiornati e per me c’è più soddisfazione a vedere la crescita di un giovane che magari qualche anno fa era in difficoltà ma dandogli fiducia lo trovi cresciuto che non a vincere un campionato”.

COSA VUOI INSEGNARE AI RAGAZZI CHE ALLENI?
L’educazione innanzitutto perché questo è uno sport e non una battaglia o un lavoro. Divertirsi sì, ma con impegno. Poi il rispetto, verso i compagni e la maglia e anche verso tutti coloro che lavorano nell’ombra per loro ma che fanno un grande lavoro per a squadra. Alla mia squadra chiedo sempre di andare a salutare la squadra avversaria e i tifosi che, o vinci o perdi, ti seguono sempre”.

COME SI PUO’ RISOLVERE, ALMENO PARZIALMENTE, IL PROBLEMA GIOVANI IN CARNIA?
Bisognerebbe fare come in Europa, avere una squadra B, purtroppo però in Italia la legge non te lo consente. Bisogna credere di più nei giovani e nel lavoro che si fa con loro e dare la possibilità a tutti di esprimere le proprie capacità, aspettandolo. Meglio per i giovani una terza categoria così impegnativa dove hai più stimoli e ti confronti con gente che ha anni di esperienza alle spalle, che un campionato juniores con 8/9 squadre. Qua purtroppo i sono ancora troppi vecchiotti da Amatori e pochi giovani perché molti vogliono festeggiare il sabato sera. Io ero per il Carnico di sabato, così da far in modo che la domenica sei libero e puoi stare in famiglia, ma dopo non si è più fatto niente. Io mi batto per questo, bisogna credere e dare spazio ai giovani”.

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  Scritto da Domenico Stoia il 26/05/2015
 

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