FULGOR - Il ds Lirussi lascia: ho altri fantastici progetti
Troppe le divergenze con il presidente Zoppè, in particolare sulla gestione degli allenatori. Il dirigente torna a Pasian di Prato, con l’obiettivo di riprendere in mano la società che aveva già soccorso nel 2010: “Voglio fare ripartire il calcio nel mio comune”
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’organizzazione di un torneo: “Il tutto è esploso a causa di un campus organizzato dalla società, ma per conto della parrocchia di Beivars, quindi non dalla Figc, a cui io mi sono sentito libero di non partecipare. Naturalmente prima di rifiutare mi ero anche informato con i massimi responsabili federali e mi era stato detto che se la società avesse organizzato un campus in prima persona lo avrei dovuto fare. Non solo, ne sarei stato anche il responsabile! Quindi, sollecitato, mi sono attivato per organizzarne uno da me con la Grandi Eventi Sportivi di cui faccio parte nel mio comune, a Colloredo di Prato, perché ho in animo di realizzare un progetto ambizioso. La cosa non è stata presa bene dal presidente della Fulgor e pertanto l’esperienza è terminata lì”.
Lirussi, che non è nuovo a intraprendere le sfide più difficili, si appresta ora a una nuova avventura, sicuramente complessa, ma altrettanto stimolante in quel di Pasian di Prato: “Mi piacciono le grandi sfide. Ripensando alla mia gioventù, ricordo che nel mio comune insistevano ben quattro società: Santa Caterina, Passons, Pasian di Prato e Colloredo di Prato. A quei tempi e in questo periodo dell’anno, a fine stagione calcistica, i tanti giocatori partiti da questo territorio per andare a cercare fortuna tra i professionisti in giro per l’Italia, rientravano in famiglia per le ferie estive e la sera tutti insieme si andava a giocare al campetto, come si faceva da bambini, quindi tra vecchi amici, anche se per la verità eravamo ancora molto giovani. Parlo di Bosdaves, Nonino, Agosto, Driussi, Cuttini e altri calciatori che giocavano in Serie A e che avevano quattro o cinque anni più di me e altri come Zorzi, Degano o i miei coetanei Di Benedetto e Casarsa, che erano alla Spal, o Pagnutti alla Juventus. Quindi la piazza era importante e il calcio era fondamentale nella crescita per tutta la nostra generazione. Ora, in questo che è il mio comune, questo sport, il mio calcio, è sparito. Questa è la sfida che voglio intraprendere: farlo ripartire. Devo dirti che già una volta ci sono riuscito. Infatti nel 2010 la Pasianese aveva preso cento punti di penalizzazione per irregolarità sportive, perdendo le categorie regionali e provocando il fuggi - fuggi generale. Io avevo appena concluso la mia esperienza con la Manzanese e mi sono subito gettato nella mischia, spendendomi con le famiglie e con l’amministrazione per far ripartire il tutto. Avevamo perso ben 64 giocatori. Ebbene, siamo riusciti a iscrivere squadre in tutte le categorie e abbiamo vinto la coppa disciplina con tutte le compagini schierate, compresa la prima squadra. Un vero record. Ecco, oggi voglio ripetere questo, con calma, piccoli passi, serietà, tanta passione e con l’aiuto che già mi è stato offerto da più parti. Non ultimo la disponibilità del campo di Colloredo di Prato da parte della squadra amatoriale che lì ci gioca. Ora dovrò pianificare come si deve, coinvolgere l’amministrazione comunale e … avanti tutta! Sono certo che sono tanti che avvertono questo vuoto e io spero di andare a colmarlo già dalla prossima stagione".
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