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Edizione provinciale di Udine


Le giovanili, la mia vita. ANGELO MORANO

Per qualcuno il gioco del calcio resta ancora il più bello del mondo. La passione e il divertimento ci sono e ci devono essere ancora, da prendere e trasmettere ai più giovani, per fargli capire l’importanza che riveste fare questo sport. Uno di questi allenatori di giovanili che continua a combattere per tutto questo è Angelo Morano, allenatore delle giovanili al Cjarlins Muzane. Da anni allena i giovani e solo con loro si sente veramente realizzato. La sua esperienza è vasta, includendo anni di Udinese e Pordenone e ora la sta mettendo al servizio della squadra del Presidente Zanutta.

COME STA PROSEGUENDO LA TUA STAGIONE NELLE GIOVANILI DEL CJARLINS?
Molto bene direi. Sto allenando un gruppo di 34 ragazzi 2002 e 2 2001. Durante la settimana alleno tutto il gruppo dei 34 ragazzi, il sabato gli Esordienti li gestisce Denis Salvador, mentre la domenica i Giovanissimi sperimentali sotto età.  li seguo personalmente. In questi ultimi si stanno distinguendo particolarmente in concretezza e stanno crescendo. Anche se sono sotto età, fisicamente sono i più portati e nella prima fase siamo arrivati terzi dietro le corazzate Manzanese e Udinese. Ora nella seconda fase siamo primi, davanti il Domio con lo scontro da giocare domenica, ma loro devono recuperare una partita. Come società sono molto organizzati e vorremmo diventare un polo di riferimento per la bassa friulana, con i ragazzi nel giro della prima squadra in futuro.

TANTA ESPERIENZA NELLE GIOVANILI. COME E’ NATA IN TE LA PASSIONE DI ALLENARE?
E’ successo quasi per caso per via della rottura del crociato a 22 anni quando ero a Varmo. Questo infortunio mi ha penalizzato e per sbaglio mancava un allenatore di Pulcini e mi hanno chiesto a me. Da lì ho cominciato la mia carriera, girando per il Friuli tra ISM, Udinese per 5 anni, metà stagione nel Pordenone e poi dopo aver allenato l’Ancona/ Bearzi l’anno scorso, da quest’anno ho sposato la causa del Cjarlins, ripartendo dal basso con tanto entusiasmo. Preferisco i ragazzi perché mi danno tanto entusiasmo, più che non una prima squadra.

COSA CERCHI DI INSEGNARE AI GIOVANI?
Io parto da correttezza, giuste motivazioni, il rispetto per la maglia che si indossa e la passione. Io lo considero ancora lo sport più bello del mondo, quella sensazione che nessun altro sport mi dà. Cerco di insegnare la sana educazione sportiva che spero serva anche in futuro e sarebbe da insegnare anche ai genitori, perché loro la tendono a distruggere, bisogna rispettare i vari ruoli.

COME DOVREBBE ESSERE IL PERFETTO ALLENATORE DI GIOVANILI?
Dovrebbe rimanere se stesso. Prendere sì dai vari modelli e metterci tanta passione. Rubare gli insegnamenti da più parti, però cercando di rimanere fedele ai propri ideali.

SEMPRE PIU’ GIOVANI LASCIANO IL CALCIO. COSA BISOGNA FARE PER NON PERDERLI?
Sicuramente la colpa è un po’ anche di noi addetti ai lavori. Bisogna vendergli il prodotto migliore e credere di più in quello che si fa. Questa è una crociata che porto avanti. Bisogna obbligare anche le grandi società a farli giocare per vedere se valgono. Farli innamorare di questo sport e dobbiamo essere perciò noi a invogliarli.

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  Scritto da Domenico Stoia il 24/03/2015
 

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