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Edizione provinciale di Udine


IL TECNICO - Casadio, una stagione in trincea e... "Salvatevi ragazzi"

Intervista all'allenatore che ieri è stato esonerato dalla Virtus Corno: "Sono deluso, ma non guferò contro una squadra alla quale ho dato tutto me stesso"

Marco Casadio e un esonero che fa scalpore. Fa scalpore per almeno un paio di motivi: l'essere arrivato ad appena due giornate dalla fine del campionato e aver, per il solo fatto di essersi verificato, disatteso un percorso stagionale che, per coerenza, la Virtus Corno avrebbe dovuto difendere fino alla fine, costasse quel che costasse.
L'idea che ci siamo fatti è quella di un esonero... per crisi di panico. A 180' dal traguardo, i dirigenti virtussini si sono sentiti quasi persi, hanno ritenuto di dover fare qualcosa, qualunque cosa. E quella di cambiare allenatore era l'unica possibilità, l'unica leva rimasta nelle loro mani per provare a incidere.
In quest'ottica, appunto, l'esonero del tecnico non appare una scelta razionale, sorretta da una sua logica, ma sostanzialmente sembra una decisione emotiva, una sorta di azzardo che ben difficilmente potrà essere giudicata "dopo" con un metro di valutazione adeguato: se la Virtus Corno si salverà, il lavoro svolto da Casadio ne uscirà ulteriormente valorizzato, a meno di ritenere che in pochi giorni Paolo Colavizza essere stato in grado di trasformare una formazione in difficoltà in una sputafiamme micidiale. Se la Virtus dovesse invece retrocedere, la scelta di cambiare timoniere in dirittura d'arrivo si sarà dimostrata o sbagliata oppure assai tardiva. 
Abbiamo sentito sull'argomento il diretto interessato, Marco Casadio appunto: nel contattarlo abbiamo provato un certo imbarazzo, immaginando come si deve sentire un allenatore che viene estromesso dalla sua missione e dalla sua squadra a due turni dalla fine del campionato.
Casadio, qual è il suo stato d'animo?
"Sono arrabbiato e deluso. Soprattutto deluso, deluso perché non ho mai smesso di credere nella possibilità che la squadra si salvasse, altrimenti mi sarei dimesso tanto tempo fa. Sono deluso anche per motivi caratteriali: non mi piace non portare a termine quello che comincio ma, del resto, la decisione non è stata mia, è stata presa da altri".
Avrà sentito i suoi collaboratori e i ragazzi: cosa ha detto loro?
"Su questo voglio essere chiaro: non guferò contro la Virtus Corno, semmai farò l'esatto contrario. Ho dunque spronato i ragazzi a darci dentro, a non mollare, devono vincere le prossime due gare e prepararsi anche alla battaglia play-out. Quindi, forza Virtus Corno. Se si salveremo sarà il coronamento dei sacrifici compiuti dal 3 agosto fino ad ora".
Il suo sostituto è Paolo Colavizza...
"Grande Paolo, una persona veramente splendida. Mi fa piacere che sia stato lui a sostituirmi piuttosto che qualcuno da fuori. Aggiungo che mi sono messo a sua disposizione, pronto a collaborare con lui, se non che la società ha voluto che il taglio fosse netto". 
Che stagione è stata la sua?
"Complicata, impegnativa. Avessi dovuto solo fare il tecnico, lo avrei preferito. Si è fatta sentire, in particolare, l'assenza di un ds, di un Willy Monaco. Che magari mi avrebbe mandato via a febbraio, oppure avrebbe portato a casa quelle due-tre pedine che ci avrebbero permesso di salvarci direttamente... Avrò compiuto anch'io degli errori, ma ci ho messo la faccia e tutto me stesso: si vede che c'era chi si aspettava ben altro".
Non è che avesse a disposizione uno squadrone, ci pare.
"Siamo partiti con l'obiettivo di provare a salvarci dopo aver perso elementi del calibro di Diaw e Zanon. Alla sosta di dicembre eravamo davanti a formazioni come il Cjarlinsmuzane, la Manzanese, il Chions, l'Ism Gradisca e il Rivignano. Lì, però, le altre squadre hanno ricevuto rinforzi e rimpiazzi, mentre noi abbiamo perso un giocatore importante come Cudicio. Spesso ho avuto a disposizione dodici, tredici elementi al massimo. Se uno va ad analizzare le ultime sconfitte della Virtus, nota che per 50, 60' minuti abbiamo giocato alla pari con un Torviscosa o un Kras e poi, una volta essere andati sotto, ci siamo sfaldati. E ciò è accaduto perché altri potevano inserire giocatori freschi e di qualità a partita iniziata e noi invece non potevamo farlo. La mia è una chiave di lettura che, ritengo, si basa su dati oggettivi. E' chiaro, comunque, che la società ha il diritto di esonerare un tecnico anche a due turni dalla fine del campionato. E, ugualmente, il sottoscritto ha il diritto, direi quasi il dovere, di sentirsi deluso". 
Cosa le rimane di questa avventura?
"Molto mi rimane. L'esperienza mi sarà utile e soprattutto mi porterò dietro il rapporto costruito con persone strepitose, come Borzì, Santelia e Cecotti, con i quali è stato un vero onore aver potuto collaborare. La Virtus Corno mi ha dato tanto e spero di aver regalato anch'io qualcosa di positivo e utile ai biancazzurri. Non mi piace polemizzare, né mi interessa. Continuo a pensare che Libri sia un signor presidente, una brava persona. Per tutto questo, le ripeto ancora una volta: forza ragazzi, forza Paolo, forza Virtus".

Alessandro Maganza

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  Scritto da La Redazione il 20/04/2016
 

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