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Edizione provinciale di Tolmezzo


IL PORTIERE - Cristofoli: "Credo nel Tolmezzo, sono uno che non molla"

Il quasi ventiduenne di Tarvisio ha già alle spalle una carriera piena di esperienze. "Il mio limite? Mi hanno sempre detto che se fossi stato alto qualche centimetro in più..."

Non ha neppure ventidue anni (li compirà sabato), ma Deril Cristofoli ha già imparato sulla sua pelle come vanno le cose nel calcio. Il ragazzo di Tarvisio ha scelto così di accasarsi al Tolmezzo, dando fiducia a persone oneste, sincere e di parola, e a un gruppo di ragazzi che già conosce e stima.
I carnici, i Gubiani e i Moro, hanno insomma trovato un estremo difensore di vaglia e motivato, che sarà in grado di farsi valere al posto di un grande interprete del ruolo come Fabio Nardoni.
Il Cristofoli portiere già giovanissimo scende a Udine per mettersi alla prova e per dimostrare il suo potenziale: prima all'Ancona e poi col Donatello: Deril fa parte dei Giovanissimi nazionali di Giatti che si regalano un tuffo nel tricolore. "Dal Donatello sono passato alla Triestina, prima militando nella formazione Allievi, e poi diventando il titolare nella squadra Beretti. L'esperienza all'Alabarda è stata bella e, insieme, sofferta; bella perché ho fatto una decina di panchine in Lega Pro, poco piacevole perché siamo falliti e retrocessi al termine di un'annata decisamente complicata. Comunque, vicende del genere ti insegnano parecchio e contribuiscono a farti maturare. In seguito, sono approdato in D al Legnano e mi sono conquistato pure un posto nella rappresentativa nazionale di categoria che affronta il Viareggio. Poteva finire assai meglio anche la successiva avventura nelle fila dell'ambizioso Marano Vicentino: siamo arrivati a un passo dal trionfo e dal grande salto nel professionismo: chissà adesso dove sarei se ce l'avessimo fatta".
E veniamo ai tempi più recenti; il portiere dell'Alto Friuli ha difeso prima la porta dell'Arzignano, sempre in D, e poi è approdato nel Cjarlinsmuzane, in quella che si è rivelata essere una parentesi di pochi mesi: "Non credo in tutta onestà di avere responsabilità particolari, la squadra mancava di esperienza, non abbiamo trovato certi equilibri e la strada è risultata da subito in salita. La società ha scelto di correre ai ripari affidandosi a Simone Del Mestre, un portiere con trascorsi importanti e tanto mestiere: ma fino a quando non c'è stata la rivoluzione di dicembre, certe difficoltà non sono mai venute meno, segno che i problemi non riguardavano un singolo giocatore o ruolo, ma erano strutturali. Mi hanno cercato Manzanese e Ism Gradisca, ho scelto quest'ultima, sono arrivato a febbraio e in quei mesi abbiamo compiuto un piccolo-grande miracolo, tirandoci fuori da una situazione che pareva ormai compromessa. Sinceramente, ritengo che il Flaibano avrebbe meritato più di noi di salvarsi: i play-out, così come sono concepiti, non mi paiono infatti una formula particolarmente azzeccata e giusta, ma tant'è: ci è andata di lusso. Il Tolmezzo? Mi è sembrata la scelta migliore, pur se anche altre società mi hanno contattato. Mia mamma è di Villa Santina, il gruppo rossazzurro è strepitoso e molto unito, sinceramente ho deciso di accettare senza neppure stare a pensarci troppo su".
Deril Cristofoli guarda al futuro con ottimismo e voglia di continuare a provarci: "In questi anni ne ho passate di cotte e di crude, e ormai penso di aver capito come funzionano le cose in questo calcio. M'è capitato di sentire profumo di Lega Pro e di affrontare poco dopo un play-out per non retrocedere in Promozione; non bisogna quindi né esaltarsi quando tutto gira a meraviglia, né tantomeno deprimersi quando si incappa in situazioni assurde o sfortunate. Insomma, non bisogna mai mollare e io non sono uno che si arrende facilmente".
Neppure alla moda che valuta i portieri in primo luogo dall'altezza bisogna arrendersi: presto o tardi, anche la fabbrica degli spilungoni tutti uguali lascerà spazio e spiragli a chi è sotto il metro e novanta, ma suplisce a ciò con la testa, il cuore, la reattività o l'istinto...
Deril Cristofoli e il Tolmezzo: il colpo di fulmine potrebbe diventare un grande e duraturo amore.

Alessandro Maganza 

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  Scritto da La Redazione il 11/07/2016
 

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