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Edizione provinciale di Udine


IL PERSONAGGIO - Jimmy, bomber, dj e chioccia. Che Rosero!

Esploso quest'anno, è il ventisettenne veterano di un Ol3 che "gioca ogni partita come se fosse uno spareggio salvezza"

Sorpresa: Jimmy Rosero, classe '89, studia da bomberone. Sembra passato un secolo da quando Marzio Potasso o Furio Corosu ne parlavano come di una promessa che non sbocciava mai. Altri tempi, quelli al Muggia, in una squadra di matti fortissimi e di senatori d'acciaio alla Velner. I matti? Fantina e Vigliani tanto per ricordarne un paio. Rosero è il principale trascinatore della rivelazione Ol3, squadra di vertice del girone B di Promozione: non solo ha già realizzato 8 reti, che ne fanno l'attuale capocannoniere del campionato, ma ha aiutato la sua squadra, diventandone un punto di riferimento. 
Jimmy Rosero, ci racconta qualcosa di lei?
"Sono nato in Colombia, a Buenaventura, di fronte all'oceano Pacifico, al caldo e al mare. All'età di 5 anni ho seguito la famiglia in Venezuela e lì ho dato i primi calci al pallone. Avevo 13 anni quando siamo venuti in Italia, e precisamente a Trieste. Ho cominciato la trafila giovanile al Trieste Calcio, per poi trasferirmi al Muggia, dove in seguito ho esordito in prima squadra. All'inizio giocavo a centrocampo, quando sono passato con i rivieraschi mi hanno ritagliato il ruolo da punta centrale". 
Però ha faticato a carburare...
"Colpa mia, della testa, di una maturità che non c'era. Peccati di gioventù, insomma, al Muggia come nel San Giovanni non ho mai pienamente convinto".
Che cosa allora è cambiato con il suo passaggio all'Ol3?
"Sarò maturato evidentemente. Ma c'è dell'altro: qui ho trovato una realtà speciale e una squadra giovane e insieme forte nella quale tutto è diventato semplice; non siamo divisi in gruppetti, non c'è chi comanda, figurarsi che tocca al sottoscritto recitare la parte del vecchietto, che poi scherzo con tutti. Andiamo d'accordo, mister Candon è un grande, in campo ci divertiamo, siamo insieme determinati e allo stesso tempo spensierati: si è creata, insomma, un'alchimia tutta particolare perché affrontiamo ogni partita al massimo, come fosse uno spareggio salvezza. Sento la fiducia dell'ambiente, del tecnico, dei compagni, di una società organizzata e che ci sta vicino. Quindi, non so di preciso cosa sia scattato, ma qualcosa è scattato, è cambiato".
Nostalgia della Colombia?
"No, francamente non tornerei a viverci".
Da un annetto e mezzo ha lasciato la Giulia per il Friuli: si sente più triestino o più friulano?
"Triestino con i triestini e friulano con i friulani".
Otto gol sono tanta roba...
"Il merito va condiviso con la squadra. Ho la fortuna di giocare a fianco di un fenomeno come Enrico Lo Manto; e poi c'è Calligaris: anche loro stanno segnando con continuità. Ma qui i giocatori forti sono tanti, mi creda: giovani in gamba, sprecati in Promozione".
Però puntate a salvarvi...
"Sì, sarebbe bello salvarci vincendo il campionato".
Il suo allenatore, Ernesto Candon, ci ha confidato che il segreto delle sue prestazioni è la musica latino-americana...
"Se vuole sentirne di buona può venire al Morenita il venerdì sera: spesso mi occupo della parte musicale".
Che razza di attaccante è Jimmy Rosero?
"Qualcuno dice che assomiglio a Faustino Asprilla. Magari fosse così: lui era veloce, rapidissimo... Mi piace anche Drogba, che è piuttosto diverso, no?".
Candon cosa le chiede con maggiore insistenza?
"Di fare movimento, di non dare punti di riferimento ai difensori. Nelle ultime due o tre gare secondo il mister sono stato troppo fermo: probabilmente c'è un pizzico di stanchezza rispetto alle prime partite. Mamma mia, è arrivato il freddo". 
Mamma mia, com'è forte il nuovo Jimmy Rosero!

Alessandro Maganza


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  Scritto da La Redazione il 30/11/2016
 

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