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Edizione provinciale di Udine


IL PERSONAGGIO - Riondato dinosauro atomico. "Lepre è un amico..."

Lo scorso maggio il difensore classe '74 annunciava il suo ritiro. E invece ieri è andato in gol per l'Aquileia. Storia di un ritorno clamoroso

 

E' tornato! Ed è subito andato in gol. Giorgio Riondato, terrore degli attaccanti, sceriffo, cerbero, dinosauro atomico dal cuore gigante. Lo scorso 2 maggio, a Gonars salvato, Giorgione annunciava il suo ritiro dal calcio di categoria; un ritiro reso meno drastico dall'impegno negli over 40 del Manzano, dove ha trovato tutta una serie di altri tipacci come lui che il balon ce l'hanno nel sangue.
Ma Riondato non aveva considerato due eventualità: che la dolce metà si stancasse presto dei pomeriggi domenicali al "Tiare" e preferisse tifare per il suo Giorgio dagli spalti dei campi sportivi, e che l'amico Ivan Lepre, impegnato nel tenere lontano dai guai l'Aquileia, gli chiedesse un aiutino per una squadra assai giovane e bisognosa di un difensore con le caratteristiche di un Riondato antico e pur sempre ancora funzionante. 
Giorgio non ha saputo dir di no, anche per via di quella vocina che da dentro gli ripeteva in continuazione questa cantilena: "Sei un calciatore, lo sei sempre stato, sempre lo sarai". Insomma, il marpione, il califfo non aveva scampo.
Così, rieccolo sul terreno di gioco, agli ordini di Lepre, con acciacchi, ferite e sinistri cigolii, ma anche con l'animo dell'eterno ragazzino nascosto dietro la pellaccia da uomo tutto d'un pezzo.
Riondato racconta la gara con il Muglia di ieri: "Campo in sintetico, tempo da lupi, il mister che mi fa giocare a centrocampo, dove vago come un naufrago in balia delle onde durante una tempesta; in sostanza per un'ora non ho visto palla. Poi, un compagno me la passa, provo a tirare, anche per sgranchirmi i muscoli, e mi va di lusso, con il cuoio che finisce nell'angolino entrando in rete. Cose da matti! Peccato però che abbiamo portato a casa un solo punto invece di tre, evitando però che il Muglia ci sorpassasse in classifica. Ci sarà da lottare per mantenere la categoria".
Con il terreno di gioco a tre chilometri da casa, Giorgio si sta divertendo e confessa: "Mi è tornata la voglia di calcio. Non ero guarito, insomma, il virus era ancora attivo dentro di me; ora sono nei guai".
Così, dal pensionamento a lungo bramato, Riondato si ritrova impegnato addirittura su due fronti: l'Aquileia da salvare e il Manzano Over 40 da portare alla conquista della Champions.  (alexmag)

                                                                           



Riproponiamo di seguito il pezzo scritto lo scorso 2 maggio, quando Giorgio Riondato comunicò il suo addio al calcio di categoria.

 

Un anno fa, di questi tempi: lacrimoni, pacche sulle spalle, saluti, risate e pianti. Giorgio Riondato, lo sceriffo delle difese, il mammasantissima del Gonars, aveva deciso di appendere le scarpette bullonate all'agognato chiodazzo. "Basta, non ce la faccio più, ho le giunture che cigolano, le ossa crivellate da tacchettate, le gambe piene di morsi e ai piedi mancano sei o sette dita" dichiarò il satanasso, spiegando di esser giunto al capolinea. 
Solo che i nerazzurri - diabolici - individuarono il punto debole del francobollatore: il cuore grande, generoso, che non è capace di dir di no agli amici. E Giorgio si fece fregare. 
Ora, dodici mesi più tardi, Riondato ha nuovamente deciso di ritirarsi. La comunicazione è arrivata per tempo, mentre il mitico difensore, imparata la lezione, ha reciso tutti i collegamenti che dal suo muscolo cardiaco si connettono alla capoccia. Insomma, Giorgio da quell'orecchio sentimentale non ci sente più.
Messo in allarme dalla richiesta avanzata dal tecnico, Marco Paviz, di poter clonare il suo giocatore più affidabile ed esperto, Giorgio Riondato rifiuta di incontrare i nerazzurri anche per bere insieme un semplice caffè. Agli amici ha spiegato: "Nessuno mi ha mai fregato una seconda volta". Talchè, Giorgio Riondato ha fatto spedire dal suo ufficio legale al presidente gonarese Vittorio Tavaris, soprannominato dagli amici "Vittorio Gonars", una lettera che contiene alcune condizioni ben precise e assai onerose che, se accolte, lo spingerebbero eventualmente a prendere in esame la possibilità di continuare la carriera.
Le richieste sono: che Giacomo Folla continui a militare con i nerazzurri; se il fenomeno gioca, Giorgio in campo potrebbe dormire sonni tranquilli. Che il Gonars ricavi negli spogliatoi una stanza da concedere in uso esclusivo al marpione, con tanto di idromassaggio di ultima generazione e di frigo sempre pieno di bevande e insaccati vari. E poi che i nerazzurri trasportino in elicottero Riondato da casa o dal lavoro fino al campo sportivo per rendere meno stressante il proseguimento dell'attività agonisitca. Ci sarebbe inoltre il rimborso spese da adeguare, con tanto di contributi pensionistici a carico del club calcistico...
Giorgio Riondato vuole venire incontro al Gonars: "Si potrebbe trattare sul trasporto in elicottero. Che mi vengano a prendere col calesse, se ci tengono. Non mi parlino però più di clonazioni o robaccia simile: sono cose che mi fanno letteralmente accapponare la pelle" mugugna l'eterno spaccagambe.
Insomma, la morale della storia è solo una: Giorgio Riondato, classe '74, difensore ruvido, arcigno - uno della vecchia, intramontabile scuola - ha terminato la sua ammirevole carriera. E l'ha terminata trascinando il Gonars alla salvezza. Applausi, prego, a un grande che ha deciso di uscire di scena dopo aver dato tutto al calcio e ai nerazzurri!

Alessandro Maganza 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da La Redazione il 16/01/2017
 

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