PRIMA - Un altro Trangoni per la Fulgor
Dopo un approfondito casting (sondati anche Fabbro, Giatti e Pittilino), il ds Zoppè ha scelto il nuovo tecnico. Se tre anni fa toccò a Devid, ora è la volta di Nicola, proveniente dal settore giovanile della Manzanese dove, nelle due stagioni più recenti, ha guidato Juniores e Allievi. Ultima prima squadra allenata, la Pro Romans Medea
Forse è il cognome che piace. Ma probabilmente si tratta soltanto di pura casualità. Tre anni dopo Devid, comunque, c’è un altro Trangoni sulla panchina della Fulgor. Un approfondito e ragionato “casting” ha infatti portato alla scelta di Nicola (nessun grado di parentela tra i due), reduce da due stagioni al timone della formazione juniores (e Allievi) della Manzanese. L’ultima prima squadra guidata (esperienza parziale, culminata con un esonero) è invece il Pro Romans Medea.
“Ho ascoltato almeno una decina di candidati – confessa il ds della Fulgor, Claudio Zoppè – e tra questi, oltre a Glauco Fabbro, c’erano anche nomi importanti come Giatti e Pittilino. Ma il primo ha scelto il settore giovanile dell’Udinese e il secondo, giustamente, pensa di poter rientrare, prima o poi, in Eccellenza. Alla fine la scelta è caduta su Nicola Trangoni, con il quale desideriamo impostare un programma biennale”.
Peressutti ? Davvero mai trattato?
“Con Marco siamo amici, ha fatto la storia della Fulgor. E’ un allenatore capace e vincente, però dieci mesi al suo fianco sono duri…Preferisco le nostre uscite in bicicletta! Gli auguro le migliori fortune alla Virtus Corno”.
Novità riguardanti la squadra ?
“Confermeremo lo zoccolo duro, con i vari Chicco Bertuzzi, Iussa e Gonano. Promuoveremo anche una manciata di allievi meritevoli e, come tante società, siamo alla ricerca di una punta. Per il resto, valuteremo assieme al mister".
Cosa vi ha insegnato la recente retrocessione?
“Che nel campionato di Promozione, se si infortuna qualcuno, devi avere dei sostituti di pari livello. E’ inoltre necessaria una grande preparazione atletica, per non arrivare in riserva alla fase decisiva del campionato. Sarebbe comunque bastato qualche gol in più (l’infortunio di Poti è pesato parecchio, ndr) per evitare la condanna. E se la Prima è forse la dimensione giusta per Godia, anche stare al piano di sopra non ci dispiace”. (rozan)
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