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Edizione provinciale di Udine


GIOVANILI - Prima regola: divertimento. Omar Lizzit PAGNACCO

ALLIEVI PROVINCIALI, il mister della compagine granata raggiunto telefonicamente dal "nostro" Domenico Stoia

Da quando spendeva gli ultimi anni da calciatore nei vari campi della regione, Omar Lizzit ha avvertito qualcosa dentro di lui nell’ aiutare il suo mister di allora (Gabriele Pecile, ndr) nel guidare la squadra e da quella volta, dopo aver frequentato i vari corsi, si è messo in gioco e da due anni a questa parte allena gli Allievi provinciali del Pagnacco. Oggi ci racconta la sua esperienza.

QUANDO E COME E’ NATA LA PASSIONE IN TE DI ALLENARE?
"Dopo aver giocato a Buja, negli ultimi anni di carriera ho avuto la fortuna o sfortuna – ride – di trovarmi come mister Gabriele Pecile. Gli davo una mano visto anche che l’età saliva e dopo aver provato, ho visto che mi piaceva e dopo aver fatto il corso ora alleno a Pagnacco da due anni".

ORA SIETE IN SOSTA. COME GIUDICHI LA PRIMA PARTE DI STAGIONE?
"Siamo partiti molto bene e abbiamo fatto ottimi risultati e molto spesso anche belle partite. Quindi prima parte della stagione andata positivamente, ora ci attende il ritorno anche se devo dire che quest’ anno il livello del campionato non è eccelso, non ci sono squadre come il Tricesimo l’anno scorso, ammazza campionato, ma lo stesso mi ritengo soddisfatto della mia squadra".

CHE TIPO DI ALLENATORE RITIENI DI ESSERE?
"Questo è il mio secondo anno di allenatore qui a Pagnacco e già dai primi allenamenti dell’anno scorso ho cercato per prima cosa di capire i giovani con cui mi trovavo a lavorare. Io sono un tipo flessibile, quando serve sono rigido mentre in altre situazioni rido e scherzo con loro, facendo sia l’amico che l’educatore. Bisogna provare a capirli per l’età che hanno, fare allenamento per loro non deve essere un peso, ma solo divertimento".

COSA CERCHI DI INSEGNARE AI TUOI GIOCATORI?
"Innanzitutto, da ex calciatore, gli devo fare apprendere il gioco del calcio on le cose basilari. Poi gli insegno le varie tecniche di tiro, passaggio ecc e infine che nel calcio bisogna sempre ragionare e giocare con la testa. Loro in ogni situazione devono sapere quello che fanno e devono essere concentrati per imparare al meglio e capire perché io chiedo un certo tipo di movimento e non un altro per esempio".

COSA SI PUO’ FARE, SECONDO TE, PER NON PERDERE I GIOVANI PER STRADA? COME BISOGNA RAPPORTARSI CON LORO?
"Bisogna essere sé stessi e portare rispetto per loro e pretendere che loro facciano altrettanto. Da parte mia io sono onesto con loro, devo cercare di coinvolgerli nella loro attività e non essere un padre – padrone. Io devo essere un amico per loro perché bisogna divertirsi assieme prima di tutto, prenderlo come un gioco. Un aiuto mi è arrivato anche di genitori che mi hanno lasciato lavorare tranquillo e lasciato fare".

Quindi un segreto per poter rendere al meglio nel lavoro con i giovani è capirli e anche approcciarsi come un amico ma soprattutto farli divertire. Il calcio da noi deve essere visto come un divertimento, il giovane viene a fare gli allenamenti non solo per passare un’ora d’aria ma soprattutto per fare qualcosa che gli piace e quindi bisogna continuare a far crescere in loro la voglia di giocare e divertirsi. Perché il calcio è e deve essere questo.

Domenico Stoia

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  Scritto da La Redazione il 19/01/2015
 

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