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Edizione provinciale di Udine


IL CASO - Niente squadra Allievi per i Rangers. Ecco perché

Paradossale vicenda, quella dello squadrone rossonero che si è dissolto a pochi giorni dall'inizio del campionato. Quanto la correttezza e la disponibilità si scontrano con maleducazione e superficialità

I Rangers non parteciperanno al campionato Allievi. La notizia coglie il cronista di sorpresa: il club rossonero è un fiore all'occhiello del calcio giovanile, udinese e non solo. Lo è per i contenuti sociali, educativi, ma anche tecnici che sa esprimere con cocciuta coerenza e tenacia da anni e anni; lo è anche quando non propone formazioni nei campionati regionali giovanili. 
Appresa la notizia del ritiro degli Allievi, non abbiamo indugiato contattando il presidente dei Rangers, l'inimitabile Mauro Marrandino: la cordialità, la pacatezza, la chiarezza dei ragionamenti erano quelle abituali, non la nota di sconforto e malinconia che s'avvertiva nelle parole del gran capo rossonero.
Siamo di fronte a una storia paradossale e, insieme, emblematica: da una parte spiccano ingredienti come la correttezza, la sensibilità, l'estrema disponibilità che giungono a porre gli interessi dei singoli ragazzini davanti a quelli della stessa società calcistica. Dall'altra vi si scorgono maleducazione, fragilità, o quantomeno disarmante superficialità nel prendere decisioni che poi ricadono su parecchie persone.
Spiega Marrandino: "Per tradizione ai Rangers lasciamo liberi i ragazzi di decidere se restare o meno, tesserandoli nell'imminenza dell'inizio dell'attività agonistica quando altrove si cerca invece di farli firmare il prima possibile. Chiaramente, ci si aspetta che vi sia da parte del ragazzo e dei genitori la correttezza di avvisare per tempo se si coltiva l'intenzione di non rimanere e, quindi, di accasarsi in qualche altro club. Con la squadra degli Allievi nel giro di qualche giorno siamo venuti a sapere che ben 10 ragazzi su cui facevamo affidamento hanno scelto di girarci le spalle, la gran parte dando fiducia a un'unica società della quale non è il caso di fare il nome. Parliamo di giovani che qui da noi hanno trascorso anni e anni di attività, in qualche caso addirittura una decina; va inoltre segnalato come il gruppo in questione fosse assai valido, e che ci fossero i presupposti per puntare a vincere il campionato provinciale. Aggiungo che la squadra era stata affidata a un allenatore splendido e preparatissimo come Bruno Raicovi, con il quale ho dovuto scusarmi. A saperlo prima avremmo potuto correre ai ripari, ma ormai è troppo tardi. Con undici giocatori undici in rosa non si può certo affrontare un'intera stagione, tanto più che siamo rimasti senza portieri: l'ultimo è andato a giocare altrove, e l'abbiamo saputo recentemente da terze persone...".
Marrandino e gli altri dirigenti avevano due strade da poter percorrere: o irrobustire la rosa attraverso l'inserimento di alcuni Giovanissimi (ma ciò avrebbe potuto creare problemi a quest'ultima formazione), oppure rinunciare a prendere parte al campionato Allievi: "Abbiamo dovuto a malincuore ritirare la squadra, gettando nello sconforto i ragazzi rimasti; c'è chi ha pianto, c'è chi in un primo momento ha pensato addirittura di lasciare il calcio. Ci siamo mobilitati per trovare a tutti la miglior sistemazione possibile: il prossimo anno torneranno qui e riprenderemo il percorso da dove l'abbiamo lasciato".
Mauro Marrandino è addolorato e ferito: "Di fronte alla maleducazione e alla superficialità non c'è difesa. Per non dire di comportamenti di persone e società che predicano bene e razzolano male. Questa è una vicenda che personalmente ha lasciato il segno e che probabilmente il prossimo anno ci spingerà a cominciare i tesseramenti appena possibile".

Alessandro Maganza  

Notarella a margine: non verrà riformulato il calendario del girone provinciale Allievi di Udine in cui erano stati inseriti i Rangers. Chi avrebbe dovuto affrontarli riposerà. 


 

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  Scritto da La Redazione il 22/09/2016
 

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