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Edizione provinciale di Udine


GIOVANISSIMI - L'Aquileia, l'Elite e quegli 83 allenamenti a tutto gas

La storica qualificazione all'Elite dei patriarchini. Mister Grimaldi: affrontare i migliori non ci spaventa, è un'occasione per migliorare

Tra le rivelazioni della prima fase dei campionati giovanili regionali c'è sicuramente la squadra dei Giovanissimi dell'Aquileia, che ha conquistato una storica qualificazione alla fase Elite, nella quale i biancazzurri affronteranno le corazzate della categoria. Tale obiettivo conferma il buon lavoro e la crescita portata avanti dal polo giovanile che vede lavorare insieme Aquileia, Villa e Torre
Alla guida dei Giovanissimi c'è Ciro Grimaldi, allenatore armato di un'infinita passione e di competenze importanti: ci siamo rivolti a lui per capirne di più su questo exploit indubbiamente di rilievo.
Grimaldi, che caratteristiche distintive ha la sua squadra?
"Metterei in risalto prima di tutto la cultura del lavoro che appartiene ormai a questi ragazzi. Parliamo di presenze costanti agli allenamenti, di personalità, serietà, impegno e senso di responsabilità nei confronti della squadra. Lavoriamo tanto e con notevole intensità, sfruttando le strutture che abbiamo a disposizione e, in particolare, il campo in sintetico di nuova generazione di Villa Vicentina".
Come avete impostato l'attuale stagione?
"I risultati che abbiamo ottenuto arrivano da lontano. Personalmente sono tre anni che ormai seguo diversi di questi giovani; stavolta sono anche riuscito a portarli in ritiro per cinque giorni a Forni. Fin qui, dal primo settembre abbiamo svolto 70 sedute di allenamenti, tutte di due ore, più un bel pò di amichevoli; con la preparazioni, i giorni di allenamento salgono a 83. Ricordo ciò per sottolineare che alle spalle della qualificazione all'Elite c'è un grande impegno da parte di tutti".
La squadra com'è strutturata?
"La rosa è formata da 17 calciatori, 11 del 2002 e 6 del 2003. Uno degli aspetti più positivi riguarda l'integrazione dei più giovani con il resto del gruppo. Fisicamente soffriamo le compagini meglio attrezzate, non abbiamo giganti, ma ci facciamo valere grazie alla buona tecnica di base e alla preparazione che ci consente di tenere ritmi elevati per tutta la partita. Ho cominciato a costruire la squadra curando molto la fase difensiva e i risultati sono stati positivi, visto che abbiamo subito in tutto dieci gol, dei quali la metà nei due confronti disputati con la dominatrice del nostro girone, il Cjarlins Muzane. Abbiamo qualche problemino nel concretizzare le occasioni da gol, che pure riusciamo a creare con apprezzabile continuità".
Arriverà qualche rinforzo per affrontare l'Elite dotandosi di spalle più robuste?
"Stiamo seguendo un paio di possibili inserimenti; del resto, posso contare su un ds strepitoso come Alessandro Zuppel. Sarebbe utile ampliare la rosa, considerando che l'esterno Samuele Del Pin si è fratturato un braccio e ci verrà ancora a mancare credo fino a marzo. E' altresì chiaro che staremo molto attenti a non compromettere l'armonia e la serenità che questa squadra ha saputo costruirsi in questi mesi".
Chi è Ciro Grimaldi?
"Vengo da Napoli, ma ormai mi sento friulano. Il calcio è sempre stato una grande passione, che coltivo con ancora più dedizione ora che alleno, un'esperienza che dura da ormai otto stagioni. Cerco di apprendere, studiare, informarmi, scambiare esperienze, tutto può essere utile, dagli stage a Coverciano agli incontri con i colleghi, alle partite seguite per vedere come lavorano gli altri. Sono laureato in psicologia, e ritengo che il rapporto con i ragazzi sia fondamentale non solo e non tanto a livello tecnico, atletico o tattico, ma educativo; lavoro tanto sui valori, il calcio può e deve essere una palestra di vita, con le sue regole, i suoi insegnamenti. Spesso si giudica con superficialità e in maniera sbrigativa i giovani d'oggi, invece che cercare di capirli e di guidarli, tirando fuori il tanto di buono che possiedono".
E' stata dura qualificarvi secondi nel girone?
"Abbiamo anche noi affrontato dei momenti difficili, e penso in particolare alle ultime quattro partite, nelle quali la squadra ha però saputo stringere i denti e lottare per raggiungere il suo obiettivo. Il lavoro e l'impegno pagano".
Non teme che l'Elite possa rivelarsi troppo competitiva per l'Aquileia?
"Su questo tema ci siamo confrontati anche in società e con i genitori. La mia idea è che il modo migliore di crescere è quello di affrontare i migliori, i più bravi. Dovremo dare il massimo, ogni partita sarà difficile, ma alla fine ne usciremo sicuramente più forti. Non bisogna avere paura delle sfide, che vanno semmai affrontate con umiltà e determinazione: ciò vale nello sport, ma vale ancora di più nella vita di tutti i giorni".

Alessandro Maganza


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  Scritto da La Redazione il 22/12/2016
 

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