CAMINO - "Ricorreremo perché Manuel non merita 3 anni di stop"
Il presidente giallorosso, Pellegrini: "Nel determinare la squalifica non si è tenuto in alcun conto del comportamento esemplare con cui Ottogalli ha preso parte a tante stagioni. Inoltre, la ricostruzione dei fatti non sempre appare precisa"
La mazzata ha lasciato il segno, gettando nella costernazione il Camino. Lo stop fino al 18 dicembre 2019 con cui il giudice sportivo ha archiviato il "colpo di matto" di Manuel Ottogalli è considerato dal club giallorosso - è non solo da esso - eccessivamente severo. Così, il presidente Renè Pellegrini non ha dubbi sul passo da compiere: "Presenteremo ricorso e non lasceremo da solo Manuel; il nostro giocatore ha sbagliato, questo nessuno lo nega, tanto meno lui, ma alle spalle vanta anni e anni di condotta esemplare e immacolata, e questo comportamento deve pure trovare spazio nella determinazione della squalifica, altrimenti vorrebbe dire che i precedenti non contano nulla. Nel ricorso cercheremo anche di portare elementi alternativi utili a una diversa ricostruzione dei fatti, non coincidente in diversi punti con quanto indicato dagli ufficiali di gara".
Ad esempio, la frase che l'assistente arbitrale, distante trenta e passa metri, ritiene di aver sentito con precisione essere pronunciata da Ottogalli. Oppure, la presa al collo con due mani, quando secondo i giallorossi la mano sarebbe stata soltanto una. E via di questo passo.
L'obiettivo è quello di ottenere una robusta riduzione della squalifica, che se venisse confermata rischierebbe di mettere precocemente fine alla carriera agonistica dell'attaccante del Camino.
Renè Pellegrini sottolinea come "qui da noi si è sempre prestata grande attenzione a valori come il rispetto per gli altri, la lealtà e il fair-play, come ha dimostrato Matteo Montini nell'ultimo turno di campionato, compiendo un gesto di grande sportività. Abbiamo vinto coppe disciplina, abbiamo sempre accolto con ospitalità e rispetto gli ufficiali di gara e gli avversari. Che tutto ciò venga dimenticato e annullato da un atto improvviso e incomprensibile non ci pare condivisibile. Non dimentichiamo che Manuel Ottogalli si è reso conto da solo che stava sbagliando: nessuno ha dovuto fermarlo o scortarlo fuori dal campo come di solito succede quando si perdono le staffe. La giustizia è giustizia se, oltre a sanzionare, riesce anche a mostrarsi comprensiva con chi ha dimostrato di meritare nel corso degli anni almeno un po' di clemenza".
Alessandro Maganza
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