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Edizione provinciale di Udine


GONARS - Dall'ultimo posto in classifica alla riscossa... Parla Paviz

Bilancio stagionale del tecnico nerazzurro, che ha visto la sua squadra disputare due campionati in uno. Il passato, il presente e il futuro, che probabilmente lo vedrà sedere sulla stessa panchina



Una stagione, due Gonars. Il primo, da 12 punti, ha chiuso il girone d'andata all'ultimo posto della classifica. Il secondo ha divorato la fase discendente del campionato al ritmo del Ronchi campione, conquistando 31 punti e sfiorando l'accesso ai play-off. Parte da questa evidenza l'analisi del tecnico Marco Paviz, che in settimana si incontrerà con la dirigenza nerazzurra per decidere se proseguire o meno una collaborazione che ha visto Paviz, prima da giocatore e poi da tecnico, sposare con convinzione ed affetto crescenti la causa del Gonars. E' molto probabile che sia ancora lui il timoniere della formazione seniores anche non è giusto dare nulla per scontato, in questo come in molti altri casi.
Marco Paviz, quindi. 
Qual è il bilancio dell'annata del Gonars?
"Alla fine il bicchiere è mezzo pieno: eravamo ultimi al termine del girone d'andata e in situazioni del genere di solito una società sbaracca, si mette il cuore in pace e attende di retrocedere cercando di limitare i danni. Invece, la mia società ha reagito moltiplicando gli sforzi: sono arrivati due giocatori importanti, abbiamo recuperato i quattro infortunati, e la squadra si è rimboccata le maniche. Ricordo bene quanto abbiamo lavorato durante la sosta invernale: in quei 18 giorni abbiamo svolto 12 sedute di allenamento e soprattutto ci siamo compattati, ponendo le basi per la riscossa". 
Quel brutto girone d'andata era figlio solo di episodi avversi e di infortuni?
"No, c'era anche un problema di mentalità, di convinzione nei propri mezzi. Avere alle spalle una dirigenza del genere è stato fondamentale, il resto ce l'hanno messo in maniera strepitosa i ragazzi: personalmente ringrazio tutti, dai giocatori, ai miei collaboratori, ai dirigenti". 
Altrove, magari, le avrebbero dato il ben servito...
"Poteva succedere e invece mi hanno aiutato e incoraggiato ed è qualcosa che non dimentico. Ho cercato di ricambiare la fiducia dando tutto me stesso: al Gonars mi dipingono come un professionista che allena nei dilettanti, e mi pare che sia un complimento, se meritato o no non spetta a me dirlo". 
Il Gonars è una realtà speciale?
"Sì, e soprattutto è cresciuta molto sotto numerosi aspetti. Per esempio, abbiamo a disposizione due campi di allenamento, più il sintetico per il calcio a 7, più la palestra. I giocatori sono coccolati e messi nelle condizioni di dare il massimo: sono tutte cose importantissime, che fanno la differenza. Vedo nella società nerazzurra la volontà di migliorarsi, anche grazie all'arrivo di nuovi dirigenti ed energie fresche...". 
Lei passa per un tecnico offensivista. Eppure, leggendo le cifre della sua squadra...
"Due anni fa avevo a disposizione un attacco esplosivo, con 4-5 punte dalle carattestiche le più varie. Segnavamo tanto, ma subivamo molte reti. Quest'anno ho cercato di adeguarmi alla rosa che avevo a disposizione, anche rinunciando a qualche convinzione tattica. Beh, i risultati sono arrivati: abbiamo fatto fatica a segnare, ma siamo risultati la seconda formazione meno perforata del campionato".
Dose e Fabro ci hanno messo del loro.
"Sì, e li ringrazio. Certo, alzano di parecchio l'età media della rosa, che senza i due portieri sarebbe più "verde" del decantato Ol3. Il contributo di Dose e Fabro è stato fondamentale, vuoi sul piano delle prestazioni, vuoi per quello che hanno trasmesso ai compagni di squadra. Mi si permetta una postilla particolare per Germano, che a cinquant'anni si è rimesso in gioco aiutandoci in un momento in cui, per l'assenza di Dose, ci trovavamo in difficoltà, e dimostrando di essere ancora fortissimo, anche fisicamente".
Pure i due Folla non hanno scherzato!
"Quando hanno potuto giocare entrambi non abbiamo mai subito gol: semplicemente, non appartengono a questa categoria. Ma, più in generale, tengo a sottolineare ancora quanto l'intera squadra ci abbia messo nella nostra incredibile rimonta, ottenuta perché siamo riusciti a valorizzare le potenzialità individuali, puntando tutto sul gruppo. In squadra non avevo prime donne, e questo è risultato un grande vantaggio".
Il girone B di Promozione ha rappresentato tratti inediti, vero?
"Già, ma non così sorprendenti. Tanto che a inizio stagione avevo chiesto alla società di prevedere un premio in caso di... nostra vittoria del campionato. Dico sul serio: avevo pensato che se Juventina e Valnatisone, le due squadre che ritenevo meglio attrezzate, avessero per un motivo o per l'altro deluso, anche noi insieme ad altre 4-5 compagini avremmo lottare per il primo posto. In sostanza, il torneo è risultato molto livellato, con le ultime della classe apparse più competitive rispetto agli anni precedenti, e le prime un gradino o due inferiori se confrontate con il Torviscosa o il San Luigi che hanno lasciato il segno nelle passate stagioni. Tenuto conto di ciò, avremmo potuto dire la nostra ma nel girone d'andata il raccolto è stato drammaticamente modesto. Nel ritorno i punti conquistati sono stati invece gli stessi del Ronchi, 31, con otto vittorie su otto in casa. A proposito di Ronchi, bisogna ammettere che la squadra di Franti ha saputo esprimere una continuità di rendimento assai notevole e si merita i complimenti per quello che è riuscita ad ottenere". 
Un neo dell'annata è la vicenda del derby con la Pro Cervignano saltato per le righe del campo ritenute poco visibili. Paviz cosa ne pensa dell'accaduto?
"E' stato un gran peccato non aver disputato il derby nel sabato in cui era stato programmato: il Gonars ha perso un incasso decisamente importante. Resto della mia idea: la gara si poteva disputare, l'arbitro è stato fin troppo pignolo, ma ormai è acqua passata".
La formazione che l'ha impressionata di più?
"Il Trieste Calcio, che dispone di giovani fortissimi. Ma i giovani hanno bisogno di essere guidati da qualche senatore di livello, mentre i biancorossi nel corso del campionato hanno pagato la stagione sfortunata in cui sono incappati Sucevic e Gajcanin, altrimenti...".
Guardiamo al futuro: sarebbe un peccato lasciare il Gonars dopo una seconda parte di stagione del genere.
"E, infatti, ci anima la volontà di proseguire insieme: chiaramente, vanno messe le carte in tavola, e chiariti i programmi, gli obiettivi e i mezzi per provare a raggiungerli. Personalmente, solo dell'idea che si possa ancora migliorare una rosa già competitiva, magari scovando qualche giocatore interessante che ha militato in categorie inferiori e che ha voglia di mettersi in evidenza in Promozione".

Alessandro Maganza

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da La Redazione il 18/05/2017
 

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