Il centrocampista Federico Aiello (utilizzato anche da terzino per ragioni di emergenza nella scorsa e ultima stagione sul carso triestino) è tornato a Borgo San Sergio nell’estate 2022 per disimpegnarsi nella neonata Trieste Victory Academy. Il classe 1991 aveva mosso i primi passi alla Fulgor, poi era passato al Ponziana e quindi si trasferì all’allora San Sergio/Trieste Calcio per sette anni, giocando con i Giovanissimi e gli Allievi sotto la guida di Bruno Zoch e Fufo Sirotich nonché con gli Juniores e la prima squadra. Lo scalo successivo fu il Primorje e a seguire l’Opicina, in cui però non giocò per un infortunio ad un piede. Seguì il trasferimento allo Zarja, in cui militò per i primi sei campionati disputati con la casacca dei “reds” di Basovizza. Il suo curriculim recita allora due stagioni allo Zaule Rabuiese e infine tre ulteriori annate con lo Zarja. “Ho messo insieme sicuramente almeno 200 presenze…, ci arrivai quando si era in Seconda categoria e c’era Davor Vitulic in panchina, la società era reduce da due play-off. Il mister rimase ancora un campionato con Sergio Marassi come vice. Al loro posto arrivarono allora Euro Petagna e Fabio Sambaldi, con cui si ottenne il miglior risultato in 11 anni, ovvero la quarta piazza. Vincemmo con il Sevegliano, ma non andammo avanti a causa dell’assurda regola del distacco di un tot punti e così il salto di categoria sfumò. Facemmo dei risultati incredibili, non sapemmo mai perché Petagna e Sambaldi non restarono a fine torneo… si creò un gruppo forte, in cui c’erano dei 1994 e ’95 bravi come Zucchini, Mattera, Varglien e Bernobi”.

E il capitolo successivo di Federico… “passai allo Zaule assieme a mio fratello Francesco, mentre Zucchini, uno dei componenti appunto del gruppo storico, se ne andò pure, ma tornò già a gennaio, mentre io lo feci due anni più tardi. Tra Petagna e Corona come tecnici feci quattro anni di fila contrassegnati da un cammino positivo, i precedenti play-out erano un lontano ricordo. Poi avevo voglia di tornare a casa, perché consideravo lo Zarja casa mia come anche Basovizza dove andavamo a mangiare il venerdì sera al Tiglio. C’era Francesco Roviglio a guidarci, avevo giocato con lui che tra l’altro fece le giovanili con l’Udinese prima di cimentarsi con la serie D. Purtroppo quelle due stagioni sono state fermate dal covid, nella prima facemmo un girone di andata ottimo e la seconda fu interrotta invece già in ottobre e alla fine Roviglio preferì non restare e il 2021-22 fu affidato a Davide Ravalico con Lakoseljac degli juniores come secondo”. Ma… “A un certo punto Ravalico decise di dimettersi e fu promosso Lakoseljac, che dichiarò al giornale di voler puntare su un gruppo privo dei vecchi; quell’articolo l’abbiamo conservato, la società non disse niente a noi “portabandiera” e la rosa fu implementata da giovani ancora bisognosi di maturare. Noi “vecchi” non ci ritenevamo un problema, anzi! C’è un forte legame di amicizia e usciamo ancora adesso assieme, pur non giocando più nella stessa formazione. E quando c’è un’identità così forte nel gruppo, si riflette in campo dove si può far bene. Magari non si vincerà un titolo, ma ritagliarsi un piazzamento interessante nella parte sinistra della classifica…. Grazie all’intervento del vice presidente Roberto Franco fu ingaggiato Petagna (al rientro perciò, ndr) e con un rush conclusivo vincente a maggio ci siamo salvati senza passare per i play-out! Un grande esito decisamente! Noi calciatori siamo esplosi dalla gioia al termine dell’ultima gara, poi alla cena di fine stagione è finita in baruffa con la dirigenza. Un rapporto consumatosi in tal modo mi ha lasciato incredulo e ho preferito cambiare. Per fortuna ho avuto diverse richieste e ho scelto di rientrare a Borgo (San Sergio, ndr) in modo da giocare con mio fratello. Il mio ritorno è coinciso con la fusione dell’Academy con la Triestina Victory e la chiusura del Trieste Calcio ed è nata la Trieste Victory Academy. La vita va avanti, si è aperta una nuova possibilità, che magari non avrei avuto. Ci sono 28 giocatori in rosa e chi resta fuori di volta in volta, sarebbe titolare altrove. Questo ci aiuta molto negli allenamenti, che sono intensi e ci divertiamo molto e ci troviamo bene, possiamo fare delle belle cose”.

Massimo Laudani

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