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Edizione provinciale di Gorizia


AZZURRA PREMARIACCO - Campo: la squadra ha i mezzi per risollevarsi

La società ha individuato nella pluristratificata esperienza del mister siculo-triestino la cura per trovare un equilibrio tra un avvio di campionato sorprendentemente esaltante e un seguito eccessivamente negativo. «Dobbiamo ritrovare fiducia, autostima e risolvere i problemi in fase realizzativa»

Dopo un inizio di stagione sfolgorante e per certi versi sorprendente, condito da un filotto di 9 risultati utili consecutivi, gli ingranaggi della neo promossa Azzurra Premariacco si sono bruscamente inceppati, facendo precipitare la squadra dalla zona Playoff a quella Playout. Una repentina involuzione che ha portato all’interruzione del rapporto tra l’allenatore Roberto Bortolussi e la società biancoceleste. L’incarico di riuscire a innescare una scossa risolutiva è stato affidato a Michele Campo, insegnante di educazione fisica 56enne, triestino di nascita, ma siciliano di formazione, che in Friuli Venezia Giulia ha concluso la sua carriera da calciatore e intrapreso, ormai da 20 anni, quella di allenatore:

«A Premariacco ho trovato una squadra che ha delle potenzialità, perché costituita da un organico importante. Tuttavia è un gruppo reduce da una serie di risultati negativi e per questo mentalmente fragile, al quale mancano un po’ di fiducia e di autostima. Dal mio arrivo abbiamo disputato due gare, giocando alla pari con i nostri avversari, ma raccogliendo un solo punto. Bisogna migliorare e alzare l’asticella, perché i mezzi per risollevarci li abbiamo».

Il curriculum del nuovo mister è costituito da esperienze diversificate, basti pensare che nelle ultime 3 stagioni ha guidato in successione cronologica la formazione Primavera della Triestina, lo Jonica nell’Eccellenza siciliana ed è reduce dall’ottima stagione con il Primorec, in Promozione. Esperienze recenti che lo hanno visto lottare per obiettivi d’alta classifica, mentre il presente gli pone il compito di condurre l’Azzurra al mantenimento della categoria:

«Ho accettato questa sfida stimolante perché sono assolutamente convinto di poter centrare l’obiettivo salvezza. C’è da lavorare sia mentalmente sia per quanto riguarda i principi di gioco, ma i ragazzi mi seguono e io sono contento di questo. Sin qui ho spinto tanto sul cercare di dare equilibrio e compattezza alla squadra, prestando attenzione alle distanze tra i reparti, oltre a lavorare sull’aggressione e sul possesso palla, per cercare di essere sempre noi a fare la partita. A questo si aggiunge la necessità di migliorare la fase offensiva, perché manca qualcosa a livello di finalizzazione e le cifre parlano chiaro».

Nelle ultime 12 partite l’Azzurra ha totalizzato 4 punti, frutto di altrettanti pareggi. Dato preoccupante e aggravato dal numero di gol realizzati, appena 2 in 1.080 minuti:

«In questo momento abbiamo tre attaccanti importanti infortunati: Valmir Gashi e Alessio Corvaglia non sono quasi mai stati disponibili quest’anno e rientreranno intorno a metà febbraio; a loro si aggiunge il neo acquisto Emanuele Puddu (proveniente dal Sevegliano Fauglis), che dovrebbe recuperare a breve. Là davanti possiamo contare sul solo Lorenzo Puddu che è un attaccante bravo, ma ciò non toglie che nel reparto offensivo siamo in difficoltà. Ora ci attendono delle partite fondamentali e sappiamo che dovremo cercare di vincerle senza l’apporto degli indisponibili».

Lo sguardo è rivolto alla gara di domenica in casa della Juventina Sant’Andrea. Uno scontro diretto, dato che l’eventuale successo dell’Azzurra appaierebbe le due squadre a 22 punti:

«Sarà un confronto difficilissimo per molti motivi: giocheremo in trasferta, in un campo particolare, perché molto stretto. Va detto che questa è un’Eccellenza equilibrata, ed escludendo il Brian Lignano, si può vincere e perdere contro tutti; è un campionato molto livellato verso l’alto, nel quale non ci sono partite facili, ma noi le affronteremo con grande fiducia. Sono convinto che la mia squadra abbia bisogno di un risultato per sbloccarsi mentalmente, tutto il resto arriverebbe di conseguenza».

Nella rincorsa all’obiettivo salvezza il valore aggiunto potrebbe derivare proprio dal bagaglio sportivo multiculturale del tecnico, che mette a confronto il calcio nostrano con quello siciliano:

«La mia carriera da calciatore l’ho vissuta quasi interamente in Sicilia, in Serie D, poi mi sono trasferito in Friuli Venezia Giulia all’età di 36 anni, dove ho giocato per 2 stagioni al San Luigi. Quello siciliano e quello Friulano sono campionati  diversi: in Sicilia c’è più agonismo e questo favorisce l’interesse e il seguito del pubblico, ma eleva la pressione e gli attriti. In Friuli vince la maggiore organizzazione e la qualità degli  impianti, che incentivano le società a curare molto anche il settore giovanile. Un ulteriore aspetto positivo è legato al livello di Fair Play, che porta le squadre a condividere un brindisi a fine gara;  in Sicilia questo non sempre è possibile farlo» .

Luca Ursig

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da La Redazione il 19/01/2024
 

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