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Edizione provinciale di Gorizia


TRICESIMO - Passione e divertimento la filosofia di Andrea Toffolo

Ogni allenatore ha il suo modo di vedere e studiare il calcio. Chi si sente più preparatore, chi dà più importanza all’aspetto tecnico. Ma c’è anche chi è rimasto ben saldo alla filosofia di calcio visto come passione e divertimento e almeno qua da noi dovrebbe essere ancora così. Lui è Andrea Toffolo, mister del Tricesimo, che bene si sta comportando in questa stagione.

COME SPIEGA LA SCONFITTA DI  DOMENICA?
“E’ una sconfitta che nasce come frutto del momento. Abbiamo una situazione difficile che dipende da impegni lavorativi e gente appena recuperata dopo lunghi infortuni. E’ un periodo di transizione dove stiamo alternando belle prestazioni a quelle meno positive. Abbiamo affrontato una squadra che è attrezzata per le alte posizioni, abbiamo tentato di tener testa ma non ci siamo riusciti anche per merito loro, più che demerito nostro”.

UN CURRICULUM DELLA SUA CARRIERA DI ALLENATORE CON ANNESSI TROFEI.
“Sono allenatore da 13 anni. Per 10 anni ho allenato in Promozione e gli altri 3 anni ho allenato in Eccellenza. In particolare modo ho nel mio bagaglio 2 promozioni in Eccellenza, ottenute con la Maranese e il Tricesimo”.

RAPPORTI CON LA DIRIGENZA? COME LAVORATE PER IL FUTURO?
“Abbiamo dei rapporti quasi familiari. Il nostro presidente è un tuttologo del calcio, siamo sempre diretti e schietti nel confrontarci. Qua posso lavorare senza pressione e con la giusta tranquillità. Per il futuro si può parlare già adesso visto che su una rosa di 19 giocatori, ne ho utilizzati 28, facendo un buon investimento sul settore giovanile. Per dirti, nelle ultime uscite ha giocato Nardini, un 1998 e per due gare avevo in campo due ’98. In più giocano anche tanti ’96 che fanno già parte integrante della rosa e posso dire che visto l’importanza della categoria, lavorano in maniera cosciente e meritano di giocare”.

CHE GENERE DI ALLENATORE SI RITIENE?
“Sono abbastanza critico con la squadra e ipercritico con me stesso. Cerco di essere un perfezionista nelle cose ma punto anche a far divertire i ragazzi e a prepararli nel modo migliore. Mi reputo forte in positivo e vedo che c’è una partecipazione serena agli allenamenti da parte dei ragazzi. Io ho una mia filosofia, che è quella di passione e divertimento per il calcio”.

PARLANDO DI ALLENATORI… COME DOVREBBE ESSERE UN ALLENATORE PER EVITARE LE PRESSIONI COME SUCCEDE SPESSO IN ITALIA?
“Bisogna avere le idee chiare. Se uno non ce le ha, si crea insicurezza. La responsabilità anche nei dilettanti è alta con la pressione che c’è sempre. Io qua per esempio vedo che la società e i giocatori credono in me e io mi pongo sempre degli obiettivi. Se uno sa come lavorare e dimostra capacità, supera tutte le pressioni”.

 

Domenico Stoia

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  Scritto da Manuel De Santis il 28/01/2015
 

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