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Edizione provinciale di Pordenone


SECONDA A - La fratellanza dei Roman. Coppia con il vizio del gol

Storie di calcio e di sangue

 

 

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Qui sopra Manuel (in alto col figlio) e Patrick (sotto) Roman del Prete (tra i ragazzi del Villanova e con la Coppa Regione)

A tu per tu con quasi 250 gol. A tu per tu con due dei più forti attaccanti del Triveneto e non solo, a tu per tu, in primis, con due fratelli. Che nella stagione corrente attaccano per i colori arancioneri del Villanova di Pordenone, fresca, inedita vincitrice della Coppa Regione “Trofeo Carlo Basso” di Seconda Categoria, superato per 3 a 2 il Tre Stelle. I due sono stati decisivi come al solito, Patrick con un doppio assist-gol, Manuel con una doppietta.

Passione, quella calcistica, nata e trasmessa da mamma Laura, giocatrice della Friulivini, e dal padre Luciano, segretario amministrativo prima del Torre Calcio, poi per 16 anni del Pordenone, dove ha vissuto le stagioni della rinascita, la conquista della Serie D, il ritorno nel professionismo e quello del fallimento societario, con l’inizio dell’era Lovisa.

Nella vita come nello sport non sono riusciti a separare i due fratelli Roman del Prete, né il tempo, Patrick, classe 1985 è più giovane di cinque anni di Manuel, tantomeno la concorrenza nello stesso ruolo. Dopo due lunghe e lusinghiere carriere hanno voluto unire le loro competenze per continuare a segnare, questa volta insieme, vincere e divertirsi nel Villanova.

 

In quali squadre hai militato?
Patrick RDP: “Ho iniziato a calciare nel Torre, sono passato nel vivaio della Sacilese e quindi nel Conegliano. ( Sotto le energiche direttive di Isaia Petrin sono usciti i migliori calciatori dilettanti del Triveneto e un buon paio di professionisti tra i quali Donadel, Cordaz, Trevisan, ndr. ) Sono approdato al Treviso dove ho fatto una panchina in Serie B a Catanzaro, era l’anno dei vari Ballota, Carrera, Barreto, Dall’Acqua e Reginaldo. In estate mi svincolai, era il 2005, approdai al Pordenone in Eccellenza e festeggiai la vittoria del campionato giocando le ultime partite, essendomi rotto il ginocchio a stagione appena cominciata. In Serie D giocai venti partire e segnai 4 goal, ma a marzo mi ruppi ancora. Rimasi fermo due anni e fui sul punto di smettere. Nel 2009 arrivai in Serie D a San Vito, sotto la guida di Tortolo. Quindi feci un anno a Portomansuè in Promozione, fu la volta del Cordenons di Erodi e di Dorigo. Subii un ennesimo infortunio. Rientrai nel Porcia anche grazie all’appoggio di Attilio Da Pieve. Fui a Torre, Casarsa e San Quirino, compii tre promozioni di fila, quindi Sesto Bagnarola e infine Villanova.”

Manuel RDP: “Sono cresciuto nel vivaio del Pordenone con Toni Bozzo, per approdare al Torre, giocai a Fontanafredda ed infine a Conegliano per essere lanciato alla Reggina, militante nell’allora Serie C1. Ho esordito in Coppa Italia nel derby Reggiana-Modena, nello stadio “Giglio” colmo di gente. Mister Maifredi mi raccontava degli aneddoti su Baggio. Sono seguite 13 stagioni di Serie D con le maglie prestigiose di Bassano Virtus 55, sotto l’egida di Renzo Rosso, quindi Sanvitese, Santa Lucia, Bolzano, Belluno, Pordenone e Quinto di Treviso. Quindi sono passato al Fontanafredda in Eccellenza, dove sono stato capocannoniere, al Cordenons, dove abbiamo vinto il campionato, Prata e ora Villanova.

Chi ha fatto la carriera migliore e perché?
Patrick RDP: “Sicuramente Manuel ha avuto una lunga continuità in Serie D. Io d’altronde ho pagato i tre infortuni al ginocchio che hanno condizionato pesantemente la mia carriera, con dei lunghi periodi di stop.”

Manuel RDP: “Credo di esserci riuscito io, Patrick ne è consapevole. Gazzetta mi ha dato una grande mano ad affermarmi. A differenza di mio fratello, inoltre, ho avuto la fortuna di mantenere una certa integrità fisica, di cui godo ancora oggi. Osservo la camminata di Patrick, dopo due operazioni al ginocchio non è più naturale. Fisicamente sono più giovane di lui e corro anche più di lui ( ride, ndr. ) Invidia non ce n’è mai stata, ci siamo sempre seguiti nei campi e sostenuti nelle difficoltà.

Una o più qualità che ruberesti a tuo fratello e una in cui ti senti superiore.
Patrick RDP: “Lui è migliore nel colpo di testa, è un attaccante puro, io ho più fantasia, talento e sforno più assist.”
Manuel RDP: “Patrick utilizza il piede sinistro meglio di me, io sono più completo, sono più veloce di lui, ho più senso del gol e so fare la fase difensiva.”

Come vivi il digiuno dalla rete? Compi riti scaramantici?
Patrick RDP: “Chiaramente mi pesa l’astinenza, ma non faccio drammi. Non ho riti particolari, compio solo il segno della croce prima di entrare in campo.

Manuel RDP: “Quando non segno sono nervoso, anche a casa, sono sincero. L’attaccante è giudicato per i goal segnati. Da quando sono venuti a mancare mio nonno e mio padre, lego le loro fedi nuziali in una catenina e le tengo al polso destro, protette da del nastro adesivo.”

Qual è stata la marcatura più pesante? Quante sono in totale?
Patrick RDP: “Il gol segnato all’ultima giornata per il Portomansuè contro il Santa Lucia, nella sfida salvezza di Promozione, qualche anno fa. Mi manca poco per arrivare a cento goal.”

Manuel RDP: “Il gol del pareggio segnato nell’annata vittoriosa dell’Eccellenza con il Fontanafredda a Chions, la penultima di campionato. Ho segnato 151 gol, Coppe escluse.

La stagione che ricordi con più piacere e perché?
Patrick RDP: “La stagione a Torre in Promozione nel 2013/14 è stata fantastica, abbiamo vinto la Coppa Italia e il campionato, era una squadra forte.

Manuel RDP: “A Belluno fisicamente ero devastante, correvo, dribblavo, pungevo. I tifosi bellunesi mi hanno dato moltissimo ed eravamo molto seguiti dalla stampa.”

L’allenatore da cui vorresti sempre essere allenato.
Patrick RDP: “Ognuno mi ha lasciato qualcosa. Il migliore in assoluto è stato Giampaolo, attuale tecnico delle Sampdoria. Valter Dal Col del Conegliano mi ha insegnato ad usare il destro. Caratterialmente Della Pietra, Da Pieve, Giordano e Conversano erano molti capaci, riuscivano a stimolarmi.”

Manuel RDP: “Sono stato lanciato in Serie D da Ennio Gazzetta, a lui devo anche un solido rapporto umano, ci sentivamo anche fuori dal campo, con lunghe chiamate telefoniche. La sua scomparsa è stata un duro colpo.”

Il tuo compagno ideale, il più forte con cui hai giocato o ti sei scontrato.
Patrick RDP: “Il compagno ideale è Nicola Giordani, attualmente al Torre, ha grandi qualità umane e tecniche. Nadarevic a San Vito ha fatto grandi cose. Campaner a Pordenone era un leader. Vitor Barreto è stato in assoluto il mio compagno più talentuoso.”  

Manuel RDP: “Loris Guerra, attaccante del Bassano Virtus e Max Rossi, attuale tecnico della Sanvitese. Erano giocatori di grande qualità, ma soprattutto imprevedibili, non sapevi mai cosa aspettarti.” Tra gli avversari ho stimato Intrabartolo, storica punta del Belluno, e Neto Pereira.

Messi, Maradona o Cristiano Ronaldo?
Patrick RDP: “Maradona non è facile da giudicare perché vent’anni fa i ritmi e la velocità di gioco erano diversi. Potendo scegliere direi Messi, è capace di risolvere una partita da solo.”

Manuel RDP: “Messi, pur avendo un fisico minuto è tra i migliori giocatori di sempre. Ha dissacrato l’idolo del calciatore muscolare.

Qual è il tuo ideale calcistico?
Patrick RDP: “Sono cresciuto con Del Piero, è il più forte.” 

Manuel RDP: “Avendo 38 anni ho passato più generazioni di calciatori, Roberto Baggio e Del Piero sono stati i miei idoli.”

Un aneddoto che descrive il vostro legame.
Patrick RDP: “Manuel mi è stato molto vicino dopo il secondo infortunio, quando, visitato dal professore romano Mariani, che mi consigliò di smettere, mi sostenne e mi diede la forza di non mollare. E’ da ricordare lo scontro fraterno Pordenone-Bolzano in Serie D e le nostre marcature per il Prata contro il Camino, l’anno scorso, in Promozione. Al termine della partita siamo andati a cena insieme, per tenere fede ad una promessa fatta a nostro padre, mancato qualche anno fa.

Manuel RDP: “La Coppa Friuli vinta col Villanova è la chiusura di un cerchio, felice, ho convinto Patrick a seguirmi e insieme, da fratelli, da compagni di squadra, abbiamo vinto, abbiamo raggiunto il massimo.”

Quale squadra tifi?
Patrick RDP: “Sono juventino come nostra madre, lei mi fa ancora la borsa ( ride ).”

Manuel RDP: “Sono juventino come nostro padre. Ci ha seguito ovunque e in ogni condizione atmosferica.”

Quali sono le tue passioni?
Patrick RDP: “Nel tempo libero mi piace passeggiare in montagna.”

Manuel RDP: “M piace molto sciare, amo la nostra Frisanco.”

Cosa ti attendi dal futuro?
Patrick RDP: “Giocherò più a lungo possibile, questo è certo. Ad una certa età, comunque, si programma mese per mese. Mi piacerebbe vincere un altro campionato, magari con il Villanova.

Manuel RDP: “Salire in Prima Categoria col Villanova, ho ancora grandi stimoli.”

Ecco tratteggiati i due fratelli Roman del Prete, eccoli vicini ed eccoli uniti più che dal sangue e più del sangue, dal calcio. Ecco nonna Ilde chiamarli al termine della partita e chiedere loro, non il risultato, ma lo stato di salute. Eccoli sorridenti e abbracciati, educati per educazione e convinzione, umili dell’umiltà dei grandi.

Ecco, quindi, Patrick ricordare in extremis al fratello Manuel: “Io però ho vinto più di te, quattro campionati e due coppe.”

Manuel annuisce, Patrick ha ragione.
Quindi Patrick riprende:
Sono io quello che sforna gli assisti, pure a Manuel. Mai visto niente indietro” e ride.

Manuel risponde: “Io sono un attaccante puro.”
Così la questione è risolta, a parole, il resto lo lasceranno al linguaggio del campo, a favore del pubblico e non solo dei lettori.

LG


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  Scritto da La Redazione il 05/04/2018
 

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