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Edizione provinciale di Trieste


KRAS REPEN - Addio vivaio, Kocman e Simeoni: decisione sofferta

A fine stagione si chiude l’attività giovanile della storica società carsolina. La discussa riforma dello sport e l’abolizione del vincolo alla base della scelta


Una vera e propria bomba a sconvolgere il panorama calcistico regionale: a fine stagione, infatti, si chiuderà l’attività del settore giovanile del Kras Repen, storica società triestina capace negli anni di sfornare numerosi talenti.

Cause principali l’ormai fatale riforma dello sport e l’abolizione del vincolo, che si collegano alla difficoltosa gestione della cosiddetta “Kras Arena” di Opicina, il poderoso impianto in erba vera (quasi un unicum a Trieste e provincia) che ospita le gare dei ragazzi del vivaio.

Ad intervenire a riguardo, il dirigente, nonché braccio destro del responsabile del settore giovanile Fabrizio Vescovo, Tullio Simeoni: “È una decisione sofferta ma dovuta, arrivata a seguito di lunghe riflessioni da parte del presidente riguardo l’ingente aumento delle responsabilità economiche e burocratiche. Sei anni fa il Comune, d’accordo con Coni e Figc, ci ha affidato l’impianto sportivo di Opicina, che conta un campo da calcio a 11 in erba vera e due più piccoli, e ora, complice il cambiamento delle normative, il gioco non vale più la candela”.

Si spera che questa posizione forte possa indurre a riflessioni ai piani alti: “Penso che Figc e Coni avrebbero dovuto attuare una critica costruttiva quando è stata stilata questa riforma. Il carico di responsabilità che vengono richieste è totalmente fuori luogo per il mondo dei dilettanti, si vuol trasformare una società sportiva in una vera e propria azienda, con tutti i rischi del caso. E questo riguarda tutte le società sportive dilettantistiche, non solo quelle calcistiche”.

E a rimetterci, a causa di tutto questo, sono i ragazzini, costretti a cambiare società per continuare a giocare a calcio, e le strutture, che rischiano di venir abbandonate a loro stesse, come presume il dirigente: “Penso che nessuna società potrà prendere in gestione il centro sportivo di Opicina, il carico di lavoro è davvero troppo ampio. L’unica che avrebbe la forza per farlo è la Triestina. Ripeto, questa è una decisione sofferta ma ragionata e dovuta”.

Immancabile il commento amaro del presidentissimo Goran Kocman, che conferma quanto già detto: “Già gestiamo lo “Skabar” senza alcun contributo da parte del Comune, tenere in piedi anche l’impianto di Opicina, per il quale pagavamo una retta annua alla Federazione, diventa ora impensabile, gli oneri sono davvero troppi. Senza la riforma avremmo potuto continuare, ma così no: io ho già un’azienda mia, non posso pensare di mantenerne una anche nel calcio dilettantistico”.
Idee chiare, comunque, per il futuro: “Manterremo Juniores e prima squadra, che vogliamo portare più in alto possibile. Investiremo lì”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da La Redazione il 19/03/2024
 

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