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Edizione provinciale di Pordenone


GIOVAN. SPERIM. - La pazienza del ragno Tricesimo

La ragnatela finisce per imprigionare un valoroso Cavolano. Il talento Prosperi, la cipolloteca e il mister, che da cinque settimane paga pegno ai suoi pupilli...

Quando l’aracnide si lancia nel vuoto, trascinando con sé il primo filo come un novello Tarzan sulla liana, nulla lascia presagirne il fine. Poi un secondo volo è un nuovo filo che si affianca al primo e occupa uno spazio piegandosi e procedendo con direttrici e percorsi che solo il suo programma esistenziale é in grado di decifrare. Solo quando il reticolo è terminato, appare nella sua architettura, svelando il senso di un progetto che ha come fine la vittoria e l’ebrezza di un nuovo pasto, per rinnovare la vita di un nuovo giorno.
Bisogna avere pazienza, perché nemmeno un ragno potrebbe decifrare il senso di una fitta rete di passaggi e di traiettorie che una palla, presa a pedate da ventidue “ragnetti”, compie sulla superficie di un campo posto tra l’incrocio di una latitudine e una longitudine qualsiasi.
Mentre si tesseva la tela con il vento a sfavore per l’imprevisto svantaggio ho notato un fatto insolito: “Satana era seduto“.
“Bisogna avere pazienza, Mister”, la tela non era terminata.
Quindi, alla fine del primo tempo eravamo uno a zero per la compagine del Cavolano che, dopo aver rischiato di andare sotto in almeno quattro occasioni, coglie la beffa complice una leggera disattenzione difensiva.
Dopo il tè e, immagino, una “calma disamina da spogliatoio”, i nostri del Tricesimo tornano in campo e confezionano immediatamente la più clamorosa delle palle gol, che per qualche improbabile frequenza delle probabilità, rimane solo “confezionata”.
La ventina di minuti che seguono, ci vede soffrire più del necessario. Il Cavolano sospinto nel suo stato di grazia per il risultato che si va prefigurando crea molta densità sui nostri portatori di palla, non consentendoci di servire adeguatamente le nostre pedine laterali o di arrivare al tiro con i centrocampisti.
Si continua a tessere la tela.
Perché improvvisamente tutto si compie come da programma, rimane un mistero che va oltre la progettualità e sconfina in quell’ambito che noi umani chiamiamo destino.
Certo, Dieghito ha il piede fatato, ma è magico il passaggio con il contagiri che serve un Simone in debito di ossigeno lanciato verso il portiere con la sua solita generosità e lo stesso, forse perché il nome è preso in prestito da uno degli Apostoli, compie il miracolo di scavalcare il portiere con una palombella precisa, compiendo quello che fino a un minuto prima ci era stato negato.
Pari.
Siamo in debito o in credito?
Chiedetelo a Diego, uno dai piedi buoni e dalla testa fredda.
2-1. La ragnatela è finita.
Si ringrazia vivamente Prosperi junior che, oltre ad essere un talento, ora è noto anche per la sua generosità come donatore di sangue.
I ringraziamenti vanno estesi a Paolo e Luca, anche loro Apostoli, per un terzo tempo sempre fantastico.
Ma perché non aprono una cipolloteca?
Infine, dobbiamo stare uniti e stringerci intorno al mister che da cinque settimane non beve, causa le reiterate vittorie dei suoi pupilli.
Che sia il caso di iscriverlo anticipatamente alla ”Anonima Alcolisti”?

Moreno 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da La Redazione il 19/02/2017
 

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