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Edizione provinciale di Pordenone


IL CASO - Un 6-1 trasformato in 0-3. E la chiamano giustizia...

La squadra Giovanissimi del Fontanafredda non ha inserito nella lista-gara il giocatore numero 17, che poi è stato impiegato negli ultimi 10' dell'incontro dominato sul campo del San Giovanni

La frittata è fatta. Brutta pagina, all'insegna del paradossale, quella scritta in merito alla gara valida per il girone C dei Giovanissimi regionali tra il San Giovanni e il Fontanafredda. L'incontro, disputato il 2 ottobre, era stato vinto dai rossoneri ospiti per 6-1. Si badi bene: 6-1. Ma il giudice sportivo non aveva omologato il risultato per compiere gli accertamenti prodotti da quando contenuto nel rapporto arbitrale. Cosa era accaduto? Avevamo già raccontato la vicenda, che riassumiamo. Al Fontanafredda avevano preparato la lista gara il sabato, senza inserire un giocatore, febbricitante. La domenica mattina la squadra è partita alla volta di Trieste per disputare l'incontro, e anche il ragazzo in dubbio ha preso parte alla trasferta. Nessuno però si è ricordato di aggiungere all'elenco il nominativo dello stesso; prima dell'inizio del match, come da regolamento, l'arbitro ha compiuto l'appello e ha controllato - assicurano i diavoli pordenonesi - pure il documento d'identità di questo giovanissimo che indossava la maglia 17, pure lui - il direttore di gara - senza accorgersi che nella lista gara del Fontanafredda si arrivava fino al 16.
La partita è cominciata, il nostro 17 si è accomodato in panchina, gli ospiti hanno dominato la scena, portandosi avanti di 6 reti. A 10 minuti dalla fine, dopo aver inserito tutte le riserve, il tecnico del Fontanafredda ha fatto entrare anche il famoso calciatore con indosso la maglia numero 17; giusto così, ancora di più considerato che il giovane si era sobbarcato una trasferta piuttosto impegnativa nonostante le condizioni di salute non ottimali.
In quei minuti conclusivi il San Giovanni ha realizzato il gol della bandiera e la gara è conclusa con il risultato di 1-6.
Al termine della stessa, l'arbitro - nel redigere il rapportino che poi viene fatto firmare e lasciato in copia ai dirigenti accompagnatori delle due squadre - si è accorto che il 17 non era presente nella famosa lista della squadra ospite.
Ebbene, il direttore di gara, nel referto inviato al giudice sportivo e nell'audizione sostenuta davanti allo stesso, ha tra l'altro dichiarato testualmente: "Nel corso della gara, la soc. Com. Fontanafredda ha effettuato regolarmente quattro sostituzioni di propri calciatori, tutti inseriti nell’elenco presentato prima dell’inizio dell’incontro. Al 19’ del 2° tempo, la predetta società ha sostituito il n. 7 BASSO Francesco con il n. 17, il cui nominativo non era stato inserito nell’elenco di gara prima dell’inizio della stessa e del quale io non conosco le generalità (grassetto nostro). Il n. 17 ha partecipato alla gara dal 19’ del 2° tempo fino alla fine della stessa. Mi sono accorto di tale irregolarità immediatamente dopo la fine dell’incontro al momento della compilazione del rapportino di fine gara; si è poi discusso dell’accaduto con i due dirigenti accompagnatori in occasione della firma e della consegna del rapportino stesso. Il Dirigente Accompagnatore Ufficiale della soc. Com. Fontanafredda era dispiaciuto per quanto avvenuto ed anch’io ne ero per aver consentito la permanenza in panchina di un calciatore non in lista". 

Ora, al Fontanafredda tutti i presenti si ricordano bene come l'arbitro, prima dell'inizio della gara, avesse invece appurato le generalità del ragazzo controllandone la carta d'identità e quindi la leggittimità a prendere parte all'incontro. 
Al tirar delle somme, il giudice sportivo ha deciso di applicare la regola numero tre, punto 1, decretando la perdita a tavolino per 0-3 della gara per aver il Fontanafredda fatto partecipare all'incontro un calciatore che non ne aveva titolo, e ha squalificato fino al 28 ottobre il dirigente accompagnatore della squadra, Luca Cauz,  ribaltando quindi l'1-6 maturato sul campo e, sostanzialmente, addossando tutte le responsabilità della dimenticanza-svista alla società rossonera. 
Avrebbe senso chiedere alla giustizia sportiva di riesaminare il caso, pagando i 150 euro necessari per poter ricorrere in appello? Al Fontanafredda ne dubitano, ben consapevoli che alla fine quello che conta è quello che scrive e sostiene l'arbitro. Evviva.

Alessandro Maganza 


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  Scritto da La Redazione il 20/10/2016
 

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